Casal Bruciato

Descrizione: Sit-In organizzato da un gruppo di donne di Casal Bruciato che manifestano per la casa.
Anno: 1972
Fotografo: Tano D’Amico
Fonte: Roma dal ’68 ai Nostri Giorni – Edizioni Cosmopoli
Aggiunta da Sandro Bardaro
Etichette: casal bruciato
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Quando erano vere lotte per la casa!
Se so vive aspetteno sempre casa……. quelle morte saranno sempre in fila pe er fornetto ar cimitero?
Almeno i poliziotti non le picchiavano. non come ora
a quei tempi stavo ancora in Italia, come mai che non vedevo niente?
Mi ricorda il film con Anna Magnani e Avwe Ninchi in Onorevole Angelina!
Spero mi vogliate perdonare se per una volta butto il sasso in piccionaia ma volevo sottolineare che molti dei problemi delle borgate romane di oggi fossero già lì. Quindi la responsabilità della loro esistenza e della loro persistenza non sta nei fattori nuovi che sono sopravvenuti ma in quelli endogeni come i catalizzatori di consenso. Mille scuse per la digressione. Ps: è Tano d’Amico l’autore?
Scusate non avevo aperto la pagina ma guardavo la foto da fb
Le foto di Tano si riconoscono anche se non firmate
Gino Quattrociocchi La settima donna a partire da sinistra con maglietta a manica corta…?
L’eterno problema della casa con un affitto inferiore allo stipendio.–
Praticamente come oggi
Amarcord
Ero piccolo ma ricordo bene quei sgomberi cerco disperatamente compagni di scuola andavo alle elementari con la maestra Tamagnini sono Badini Domenico
I miei genitori!!…..Io non ricordo molto, avevo solo 6 anni, ma mia madre e mio padre mi hanno raccontato di questa giornata simile a tante altre. Vivevamo nella baraccopoli della stazione prenestina (oggi campi di gioco), eravamo in attesa dell’assegnazione della nuova casa a Casal Bruciato, appunto nella foto, che sarebbe avvenuta dopo lo sgombro delle baraccopoli. Il problema era che la voce circa gli alloggi appena terminati, si spargeva su tutte le baraccopoli di Roma e tra tutti i disperati di allora. Cominciarono così, prima della data di assegnazione prevista a chi aveva ricevuto la lettera dal Comune di Roma (e relativo indirizzo, civico e edificio assegnato,) a occupare abusivamente le case popolari in barba a quanti aspettavano di entrarne in possesso. Purtroppo la gente senza casa era una fiumana senza fine, rispetto al numero degli alloggi e quando si sparse la voce che gli stavano “soffiando” la casa sotto il naso, I miei genitori come tanti altri, presero l’iniziativa di piantonare gli alloggi e difendere il proprio legittimo diritto a quella casa. Tanti come i miei decisero di entrare in anticipo negli alloggi per paura di perderli. Ci furono molti disordini tra gli abusivi che avevano di fatto già occupato molti alloggi e gli assegnatari come i miei genitori. Guerra tra poveri e disperati, ma tutti con la stessa rabbia e voglia di lottare, con le unghie e con i denti, per il diritto ad vita migliore, e dignitosa, per sè e per i loro figli.