Museo Nazionale Romano – Crypta Balbi
Il Museo della Crypta Balbi racconta 2000 anni di storia attraverso le sue stesse vicende: è infatti un’incredibile sede museale realizzata sulla stessa area archeologica, scavata nel corso di 20 anni, che poi viene raccontata nelle sale. Sorge tra via Caetani, via delle Botteghe Oscure, via dei Polacchi e via dei Delfini, lì dove, 2000 anni fa, si sviluppava un portico rettangolare (Crypta) annesso al teatro fatto costruire da Balbo in età augustea (i cui resti si trovano sotto palazzo Mattei), e un quartiere retrostante con botteghe e appartamenti.
Sotto le case che si affacciano su via delle Botteghe Oscure si scoprono le cantine, realizzate sulla muratura di età augustea poi sopraelevata nel medioevo. In questi sotterranei si passeggia a fianco agli strati terrosi su cui si è formata, dal V secolo d. C, la strada, il cui nome deriva dalla presenza di “grotte” (botteghe oscure) in realtà ambienti voltati di età romana, pertinenti a una cisterna che riempiva lo spazio esistente tra il portico di Balbo e un altro, in cui in età antica si distribuiva il grano ai poveri (Porticus Minucia Frumentaria).
Da una porticina in metallo all’interno del Museo si accede poi all’enorme area del cantiere di scavo,che dal 1981 ha interessato lo spazio vuoto creatosi all’interno dell’isolato dopo l’abbattimento del convento delle suore di s. Caterina, negli anni ’30.
Si attraversano strutture settecentesche relative al convento,con i sottostanti resti della chiesa medievale poi sostituita da s.Caterina dei Funari, fino ad arrivare alla fase più antica, quella romana del portico di Balbo, con i suoi successivi riutilizzi, da latrina a fornace vetraria tardoantica a luogo di sepoltura, a calcara medievale, a immondezzaio e giardino delle suore.
Alle spalle della struttura curva detta Esedra si entra poi in un quartiere di età romana incredibilmente conservatosi al di sotto delle cantine: c’è una strada lastricata, una taverna, pavimenti in marmo e mosaico, facciate di insule, resti di un mitreo,canalizzazioni posticce, una fullonica, tracce di una stalla e murature di vari secoli che si sovrappongono le une con le altre. Tutto mentre, al di sopra, scorre ignara la vita dei romani del XXI secolo.
Le sale del Museo raccontano queste vicende secolari:sono esposti reperti di età romana, tardoantica, medievale,rinascimentale e moderna, ognuno appartenente a una delle fasi riconosciute e documentate dagli archeologi che hanno indagato l’area. Si va dagli elementi architettonici del teatro, agli oggetti di culto provenienti dal mitreo, alle sepolture tardoantiche di adulti e bambini, al vasellame ceramico e vitreo di VII secolo accumulatosi nell’esedra, alle centinaia di piccoli reperti in metallo, osso, avorio, materiali preziosi, prodotti da un laboratorio artigiano medievale, alle maioliche del ‘300 e a quelle rinascimentali pertinenti al Conservatorio di s. Caterina della Rosa, fino alle porcellane, ai fischietti e agli oggetti di uso quotidiano del convento, che arrivano fino alle soglie del XX secolo.
Uscendo, a fine visita, dal museo, si guardano via delle Botteghe Oscure e i palazzi dei dintorni con occhi nuovi: ci si rende conto di come Roma sia effettivamente e letteralmente cresciuta sulle proprie rovine, sempre trasformandosi e continuando, anche faticosamente, a vivere.
Fotografie scattate durante le visite guidate di Roma Sparita da Carlo Grossi, Paolo Scatarzi, Greeny Sonlu, Irene Isopi, Griswold Azazel, Silvia Leoni, Davide Lucia, Massimo Meli, Fabio Costa, Lucia Prandi
Testo a cura della dott.ssa Lucia Prandi
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