Mitreo del Circo Massimo
Nel 1931, gettando le fondamenta per i piloni del deposito dei costumi e delle scenografie del teatro dell’Opera (ancora operativo), fu rinvenuto un ambiente in mattoni edificato nel II secolo d.C, forse con funzione pubblica e in rapporto con le vicine strutture dei carceres (cancelletti di partenza delle bighe) del circo massimo. L’edificio nel corso del III secolo d.C fu modificato: gli fu cambiata la destinazione d’uso, divenne il luogo di culto per una delle tante comunità di mitraici presenti a Roma in quel periodo.
Si accede da una scalinata che ci porta a 14 metri sotto il piano di calpestio attuale. Subito ci si rende conto di essere arrivati in un luogo suddiviso in più ambienti da ampie arcate in laterizi, si scendono altri gradini e ci si trova all’ingresso del mitreo, sottolineato dalle due nicche in cui c’erano (purtroppo perdute) le statue dei portatori di fiaccola, Cautes e Cautopates.
Sulla destra si apre un ambiente utilizzato forse come apparitorium, sacrestia o spogliatoio per i sacerdoti; c’è ancora la nicchia per posare la lucerna.
Il pavimento, inizialmente in opus spicatum, diventa via via che si procede in avanti più ricco, prima in grossi mattoni bipedali, poi in opus sectile di marmi policromi, fino ad arrivare al punto centrale dove si trova una grande lastra circolare in alabastro.
Ai lati dell’ambiente i tipici letti triclinari in muratura, per il banchetto rituale, e recipienti incassati nel pavimento. Sul fondo dell’ambiente ci sono i resti del trono del pater patrum, il sacerdote di massimo livello per gli adepti.
Sulla destra, risistemato dagli archeologi negli anni ’30, il grande rilievo in marmo con l’uccisione del toro da parte di Mitra.
Al di sopra, la muratura in opera cementizia della scala che portava al piano superiore (non conservato) A sinistra, ancora murata in situ, un’altra piccola lastra con la tauroctonia.
Durante gli scavi ci si accorse anche di un interessante graffito sull’intonaco, datato al III secolo d.C, che ricordava l’iniziazione alle pratiche magiche di tre adepti: Gentio, Aternius e Biro Il luogo in cui insiste il mitreo è caratterizzato da presenze sacre già in età precocissima: leggenda vuole che questo sia il sito dell’approdo di Ercole con i buoi sottratti a Gerione, del suo scontro col gigante Caco che atterriva gli abitanti del palatino, e della conseguente erezione di un altare a lui dedicato, l’Ara Maxima di Ercole, i cui resti si trovano al di sotto della basilica di s.Maria in Cosmedin (la cripta altomedievale della chiesa è ricavata proprio all’interno della struttura in blocchi di tufo dell’altare di Ercole).
Un affascinante viaggio nel tempo, dalle origini mitiche di Roma, al paganesimo col culto di Ercole e di Portunus, al mitraismo del basso impero, fino al dirompente cristianesimo che sostituì tutte le religioni preesistenti
Foto scattate da Lucia Prandi, Paolo Scatarzi, Carlo Grossi, Ilaria Leonardi, Fabio Costa, nel corso delle visite guidate di Roma Sparita
Testo a cura della dott.ssa Lucia Prandi
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