Le Domus romane del Celio
Una delle poche strade di Roma che ha mantenuto invariato il nome per 2000 anni è il clivo di Scauro, la salita che conduce alla piazza dei ss. Giovanni e Paolo, dove sorge l’omonima chiesa, il cui campanile poggia su strutture romane del tempio del divo Claudio.
La fiancata sinistra della chiesa era in realtà il prospetto di un’insula, palazzo a più piani di età romana, aperta su strada con un portico e una serie di botteghe, alle cui spalle si apriva un vicolo che si affacciava su una domus più antica, casa signorile a due piani provvista di impianto termale privato. Alla fine del III o all’inizio IV secolo d.C l’insieme dell’insula, cortile e domus fu acquistato da un unico ricco proprietario che effettuò una serie di modifiche e migliorie alla nuova ampia residenza, sacrificando però il piano terra della domus, che venne interrato. La nuova grande casa fu testimone alcuni decenni dopo, del martirio dei suoi stessi proprietari, i fratelli Giovanni e Paolo, funzionari imperiali, uccisi perchè cristiani durante la breve persecuzione dell’imperatore Giuliano l’Apostata, tra 361 e 363 d.C.
I corpi furono gettati nel sottoscala e nei giorni seguenti furono arrestati e uccisi anche tre loro confratelli, due uomini e una donna. Da quel momento il luogo divenne meta di pellegrinaggio, e dopo 50 anni, a inizio V secolo, l’intero complesso di insula, vicolo e domus fu interrato e riutilizzato come fondazione per la basilica paleocristiana dedicata ai due fratelli martiri, che sfruttò il prospetto dell’insula sul clivo come fiancata laterale sinistra.
Nel 1872 il padre passionista Germano da san Stanislao effettuò degli scavi al di sotto della chiesa, e rinvenne gli ambienti romani e la sepoltura dei martiri.
Dopo una campagna di pulizia e restauro, gli ambienti delle domus romane hanno aperto al pubblico nel 2002: costituiscono una possibilità rara di immergersi in un angolo di Roma antica, camminando come in un labirinto sotterraneo tra botteghe, retrobotteghe, cantine vinarie, sepolture martiriali, affreschi pagani e cristiani, pavimenti a mosaico, strade, impianti fognari, anfore, lucerne e suppellettili della vita quotidiana, questi ultimi esposti nell’Antiquarium ricavato in una cappella ottocentesca.
Fotografie scattate durante le visite guidate di Roma Sparita da Greeny Sonlu, Silvia Leoni, Fabio Costa, Paolo Scatarzi, Griswold Azazel, Edoardo Morgia, Carlo Grossi, Irene Isopi, Lucia Prandi
Testo a cura della dott.ssa Lucia Prandi
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