”Ancora agli inizi del novecento la via Nomentana si snodava, angusta e stretta, nella verde campagna fino alla basilica di S.Agnese, quando, passato il forte nomentano e il viadotto sulla ferrovia, mostrava un improvviso, meraviglioso scenario: in fondo a destra i colli Albani, al centro i m.ti Prenestini a sinistra i Tiburtini e i Lucretili col massiccio del m.te Gennaro e ancora i Sabini. Qui la vista della campagna romana, fluttuante di dolci colline, veniva a morire nel mesto serpeggiare dell’Aniene, sormontato da ponte Nomentano (detto anche Lamentano), da dove, nel silenzio dei campi, pareva udirsi ancora lo stridore delle catene del ponte levatoio. Qui appare il Sacer Mons, circondato come un re dal colle Fiscale, dal colle Tufello, dal colle della Cecchina, dal colle della Bufalotta e da quello di Casal de’ Pazzi con la sua cupa dimora turrita… Qui l’nsolito silenzio è rotto solo dal frullo del merlo che nidifica fra le bassi siepi o dal gracidio del rospo della vicina marana…”da Montesacro antico e nuovo, G. Sozi. Commento di Daniela Conti
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”Ancora agli inizi del novecento la via Nomentana si snodava, angusta e stretta, nella verde campagna fino alla basilica di S.Agnese, quando, passato il forte nomentano e il viadotto sulla ferrovia, mostrava un improvviso, meraviglioso scenario: in fondo a destra i colli Albani, al centro i m.ti Prenestini a sinistra i Tiburtini e i Lucretili col massiccio del m.te Gennaro e ancora i Sabini. Qui la vista della campagna romana, fluttuante di dolci colline, veniva a morire nel mesto serpeggiare dell’Aniene, sormontato da ponte Nomentano (detto anche Lamentano), da dove, nel silenzio dei campi, pareva udirsi ancora lo stridore delle catene del ponte levatoio. Qui appare il Sacer Mons, circondato come un re dal colle Fiscale, dal colle Tufello, dal colle della Cecchina, dal colle della Bufalotta e da quello di Casal de’ Pazzi con la sua cupa dimora turrita… Qui l’nsolito silenzio è rotto solo dal frullo del merlo che nidifica fra le bassi siepi o dal gracidio del rospo della vicina marana…”da Montesacro antico e nuovo, G. Sozi.
Commento di Daniela Conti