Descrizione: Via dei Portoghesi. Sullo sfondo la Torre dei Frangipane detta della Scimmia Anno: 1900 Fotografo: (?) Fonte: ICCD Aggiunta da Maurizio Rauco
TORRE DELLA SCIMMIA (Via dei Portoghesi 18) In Via dei Portoghesi, al n. 18, tra via dei Pianellari e Via dell’Orso, è Palazzo Scapucci, che prende il nome dalla famiglia che ne fu proprietaria nei secc. XVI-XVII. Il palazzo ingloba una torre d’origine medioevale (anche se oggi si presenta in forme quattrocentesche) in laterizio con angoli di tufelli di quattro piani visibili. Su ciascun lato sono visibili quattro finestre adorne di mostre marmoree: verso S. Antonio dei Portoghesi, quella inferiore era a croce guelfa, ma la crociera è stata asportata. La seconda è moderna, le ultime due hanno mostra marmorea sormontata da cornice. Sotto le finestre dell’ultimo piano, corre una cornice marcapiano di travertino. Sul coronamento di beccatelli di travertino poggiano gli archetti sostenenti il parapetto laterizio della terrazza, che è restaurato. La torre è detta della Scimmia e si ritiene che sia stata eretta in origine dai Frangipane, che avrebbero avuto nella zona delle proprietà (qui sarebbe nato nel 1040 Oddone Frangipane, più tardi dalla Chiesa proclamato santo per il suo spirito caritatevole). La torre col palazzo adiacente appartenne poi al Convento di S. Agostino. Nel 1514 gli Agostiniani concessero in enfiteusi perpetua l’edificio alla famiglia Dolce. Una rappresentante di questa famiglia, Modesta, sposò uno Scapucci e la proprietà immobiliare passò a questa famiglia. Gaspare Scapucci fece rinnovare e ampliare il palazzo con architettura di Giovanni Fontana, tra la fine del ‘500 e i primi del ‘600. La torre è detta della Scimmia sulla scorta di una famosa llegenda popolare romana, poi immortalata dal romanziere americano Nathaniel Hawthorne (1804-1864) nei suoi French and italian notebooks: Tre o quattrocento anni fa questo palazzo era abitato da un nobile, che aveva un solo figlio e una scimmia; e un giorno la scimmia prese il bambino tra le braccia, ghignando e urlando come il diavolo. Il padre era disperato, ma aveva paura di inseguire la scimmia, per timore che potesse lasciar cadere il bambino dall’alto della torre e fuggire.Alla fine fece voto che se il bambino gli fosse stato restituito sano e salvo avrebbe costruito un tabernacolo in cima alla torre e l’avrebbe fatto mantenere per sempre come luogo consacrato. Finalmente la scimmia scese giù e depose il bambino per terra; il padre adempì al voto, costruì il tabernacolo e obbligò tutti i futuri possessori del palazzo a tenere sempre accesa la lampada di fronte a esso. Sono passati secoli; la proprietà ha cambiato mani; ma sull’esile cima della torre c’è sempre il tabernacolo, altissimo sopra la strada, nel posto stesso in cui s’era fermata la scimmia, e là brucia la lampada in memoria del voto del padre. Dal sito del Medioevo a Roma (www.medioevo. roma. it)
Alessandro Zanin Secondo la leggenda, la famiglia che la abitava nel XVI secolo aveva una scimmia di nome Hilda che imitando la balia, prese la figlia neonata del padrone, e la portò in cima alla torre. Il padrone pregò la madonna e la piccola si salvò.
Ignazio Provenzano a sx del portone c’è una barberia fantastica…anche il barbiere è antico…
Enrico Cecchetto Alla sinistra del portone c’è ancora il barbiere dove andavo da piccolo negli anni ’60
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TORRE DELLA SCIMMIA (Via dei Portoghesi 18)
In Via dei Portoghesi, al n. 18, tra via dei Pianellari e Via dell’Orso, è Palazzo Scapucci, che prende il nome dalla famiglia che ne fu proprietaria nei secc. XVI-XVII. Il palazzo ingloba una torre d’origine medioevale (anche se oggi si presenta in forme quattrocentesche) in laterizio con angoli di tufelli di quattro piani visibili. Su ciascun lato sono visibili quattro finestre adorne di mostre marmoree: verso S. Antonio dei Portoghesi, quella inferiore era a croce guelfa, ma la crociera è stata asportata. La seconda è moderna, le ultime due hanno mostra marmorea sormontata da cornice. Sotto le finestre dell’ultimo piano, corre una cornice marcapiano di travertino. Sul coronamento di beccatelli di travertino poggiano gli archetti sostenenti il parapetto laterizio della terrazza, che è restaurato. La torre è detta della Scimmia e si ritiene che sia stata eretta in origine dai Frangipane, che avrebbero avuto nella zona delle proprietà (qui sarebbe nato nel 1040 Oddone Frangipane, più tardi dalla Chiesa proclamato santo per il suo spirito caritatevole). La torre col palazzo adiacente appartenne poi al Convento di S. Agostino. Nel 1514 gli Agostiniani concessero in enfiteusi perpetua l’edificio alla famiglia Dolce. Una rappresentante di questa famiglia, Modesta, sposò uno Scapucci e la proprietà immobiliare passò a questa famiglia. Gaspare Scapucci fece rinnovare e ampliare il palazzo con architettura di Giovanni Fontana, tra la fine del ‘500 e i primi del ‘600. La torre è detta della Scimmia sulla scorta di una famosa llegenda popolare romana, poi immortalata dal romanziere americano Nathaniel Hawthorne (1804-1864) nei suoi French and italian notebooks: Tre o quattrocento anni fa questo palazzo era abitato da un nobile, che aveva un solo figlio e una scimmia; e un giorno la scimmia prese il bambino tra le braccia, ghignando e urlando come il diavolo. Il padre era disperato, ma aveva paura di inseguire la scimmia, per timore che potesse lasciar cadere il bambino dall’alto della torre e fuggire.Alla fine fece voto che se il bambino gli fosse stato restituito sano e salvo avrebbe costruito un tabernacolo in cima alla torre e l’avrebbe fatto mantenere per sempre come luogo consacrato. Finalmente la scimmia scese giù e depose il bambino per terra; il padre adempì al voto, costruì il tabernacolo e obbligò tutti i futuri possessori del palazzo a tenere sempre accesa la lampada di fronte a esso. Sono passati secoli; la proprietà ha cambiato mani; ma sull’esile cima della torre c’è sempre il tabernacolo, altissimo sopra la strada, nel posto stesso in cui s’era fermata la scimmia, e là brucia la lampada in memoria del voto del padre.
Dal sito del Medioevo a Roma (www.medioevo. roma. it)
Alessandro Zanin
Secondo la leggenda, la famiglia che la abitava nel XVI secolo aveva una scimmia di nome Hilda che imitando la balia, prese la figlia neonata del padrone, e la portò in cima alla torre. Il padrone pregò la madonna e la piccola si salvò.
Ignazio Provenzano
a sx del portone c’è una barberia fantastica…anche il barbiere è antico…
Enrico Cecchetto
Alla sinistra del portone c’è ancora il barbiere dove andavo da piccolo negli anni ’60