Descrizione: Foto eseguita nel sito dell’attuale Via del Circo Massimo, con i cipressi dell’antico cimitero israelitico, detto “l’ortaccio degli Ebrei” Anno: Fine 800 Fonte: “Roma, la costruzione di una capitale”, di M.Sanfilippo Aggiunta da Roberto Pagani
Nell’area di quello che oggi è il roseto comunale originariamente si trovava il cimitero ebraico. La comunità ebrea di Roma era solita seppellire i propri defunti nell’area di Trastevere che poi diventerà Porta Portese. Quando, alla metà del seicento, venne costruita la nuova Porta Portese il cimitero fu spostato e trasferito sull’Aventino a ridosso del Circo Massimo e verso il colle Aventino. Si trattava di un appezzamento di terra incolto e abbandonanto che ben presto fu denominato “ortaccio degli ebrei”, in senso spregiativo, a causa dell’aspra discriminazione religiosa promossa contro gli ebrei.La comunità ebraica seppellì i propri defunti in questo luogo fino alla caduta dello stato pontificio a Roma, quindi fino al 1870. Da questo momento in poi fu infatti consentito agli ebrei di utilizzare il cimitero cittadino, il Verano, che era stato realizzato a partire dal 1836. L’ultima sepolturta nell’aAventino è del 1895. Nel 1934, in occasione dell’apertura di Via di Valle Murcia, le sepolture furono tutte spostate nel cimitero del Verano. Durante la guerra il terreno fu coltivato come orto di guerra. Nel 1950, con l’approvazione della comunità ebraica, il comune fece diventare questo spazio giardino pubblico e vi trasferì il roseto che si trovava sul colle Oppio e che era stato seriamente danneggiato dagli eventi bellici. A ricordo dell’antica destinazione d’uso dell’area i viali del giardino furono disegnati in modo da ricordare il candelabro.Anche i pochi alti cipressi che svettano sono ancora quelli che una volta crescevano nel vecchio cimitero.
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Nell’area di quello che oggi è il roseto comunale originariamente si trovava il cimitero ebraico. La comunità ebrea di Roma era solita seppellire i propri defunti nell’area di Trastevere che poi diventerà Porta Portese. Quando, alla metà del seicento, venne costruita la nuova Porta Portese il cimitero fu spostato e trasferito sull’Aventino a ridosso del Circo Massimo e verso il colle Aventino. Si trattava di un appezzamento di terra incolto e abbandonanto che ben presto fu denominato “ortaccio degli ebrei”, in senso spregiativo, a causa dell’aspra discriminazione religiosa promossa contro gli ebrei.La comunità ebraica seppellì i propri defunti in questo luogo fino alla caduta dello stato pontificio a Roma, quindi fino al 1870. Da questo momento in poi fu infatti consentito agli ebrei di utilizzare il cimitero cittadino, il Verano, che era stato realizzato a partire dal 1836. L’ultima sepolturta nell’aAventino è del 1895.
Nel 1934, in occasione dell’apertura di Via di Valle Murcia, le sepolture furono tutte spostate nel cimitero del Verano.
Durante la guerra il terreno fu coltivato come orto di guerra.
Nel 1950, con l’approvazione della comunità ebraica, il comune fece diventare questo spazio giardino pubblico e vi trasferì il roseto che si trovava sul colle Oppio e che era stato seriamente danneggiato dagli eventi bellici.
A ricordo dell’antica destinazione d’uso dell’area i viali del giardino furono disegnati in modo da ricordare il candelabro.Anche i pochi alti cipressi che svettano sono ancora quelli che una volta crescevano nel vecchio cimitero.