Galleria Colonna


Descrizione: Piazza Colonna. La Galleria Colonna, ora Galleria Alberto Sordi, appena inaugurata
Anno: 1920 ca
Fotografo: (?)
Fonte: Archivio Alinari
Aggiunta da Stefano Mosconi

2 Risposte

  1. Sabrina Di Sante ha detto:

    “……. la storia della lunga gestazione della Galleria che, iniziata nel 1872 con la proposta di ingrandimento di Piazza Colonna e via via nutrita da una ridda di discussioni e di proposte ed ipotesi progettuali fra le più svariate, arrivò alla sua conclusione solo nel 1911 con la decisione finale di approvare il progetto Carbone. Tuttavia per considerare fatto compiuto la realizzazione della Galleria Colonna fu necessario attendere ancora un decennio, infatti la sua inaugurazione si ebbe solo il 20 ottobre 1922.Le vicende della Galleria furono strettamente connesse con il nuovo ruolo assunto da Piazza Colonna nell’ambito della vita politica e sociale della città dopo il 1870; la vicinanza del Palazzo di Montecitorio, scelto come sede della Camera dei Deputati, portò ad una frequentazione della piazza molto più intensa. Qui si radunava, infatti, tutto quel variegato mondo di giornalisti, clienti e procacciatori d’affari che gravitavano intorno ai politici. La sua funzione pubblica si accentuò ancora con lo spostamento delle Poste da Palazzo Madama, scelto come sede del Senato del Regno, nell’edificio che chiudeva la piazza dal lato di Montecitorio (poi acquistato e ricostruito dal facoltoso banchiere tedesco Wedekind) dove trovò provvisoriamente posto anche il Ministero dell’Istruzione.
    Al progressivo successo della Piazza anche come luogo d’incontro privilegiato della mondanità della recente Capitale d’Italia contribuirono inoltre lo svolgersi dei concerti bandistici diretti dal maestro Alessandro Vessella, l’apertura del caffè delle Colonne, tappa obbligata del “generone” nelle tiepide serate romane, e della trattoria del Fagiano frequentata da giornalisti ed artisti. A Piazza Colonna si ammirò anche uno dei primi esperimenti d’illuminazione elettrica che nel 1886 andò a sostituire quella a gas. Dell’intensa vita sociale che la vide protagonista resta memoria nelle vivaci illustrazioni che le dedicò Dante Paolocci sull’Illustrazione Italiana, il periodico edito a Milano dai fratelli Treves. Esse costituiscono una preziosa fonte visiva non solo per ricostruire l’ambiente sociale e l’animata atmosfera della piazza nei primi anni di Roma Capitale ma anche del suo assetto architettonico precedente alla demolizione di Palazzo Piombino – proprietà dei Boncompagni Ludovisi – iniziata nel 1889.
    Si rendeva quindi necessario assicurare maggiore respiro alla piazza e a tutta la zona circostante divenute ormai uno dei punti nevralgici della città, sulla quale doveva concentrarsi un flusso di movimento notevole anche grazie al previsto sbocco della futura via del Tritone.
    L’inevitabile demolizione di Palazzo Piombino – la cui perdita non fu tuttavia così drammatica per il patrimonio artistico romano come quella di Palazzo Torlonia a Piazza Venezia – proposta fin dal 1882 fu a lungo contrastata dai proprietari; solo nel 1888 il Comune di Roma stipulò una convenzione con i Boncompagni che decisero allora di ricostruire il palazzo in un’area della lottizzazione in corso nella Villa Ludovisi, l’attuale Palazzo Margherita.Sacrificato il palazzo, mentre si susseguivano le ipotesi e i progetti, l’area di risulta vide effimere utilizzazioni quali ad esempio un giardinetto cosparso di resti archeologici per la visita del presidente francese Loubet nel 1904 o nel 1911, in occasione dell’Esposizione Universale, la costruzione provvisoria in legno e stucco di un edificio ad uso di teatro e birreria”

    Testo di Maria Elisa Tittoni
    Dirigente dei Musei d’Arte Medievale e Moderna

    da: http://www.galleriaalbertosordi.it/storia.htm

  2. Carlo Galeazzi ha detto:

    Nella foto appare ancora il loggiato superiore che in seguito verrà chiuso per aumentare lo spazio interno (pratica che si diffonderà poi a macchia d’ olio nelle costruzioni private di tutta Roma).

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