Via Alessandrina


Descrizione: Via Alessandrina – I palazzi e la via furono demoliti per la costruzione di Via dell’Impero, attuale Via dei Fori Imperiali. Notare la Casa dell’Unione Fumisti (spazzacamini)
Anno: inizi 900
Fotografo: (?)
Fonte: archivio sconosciuto
Aggiunta da Roma Sparita

2 Risposte

  1. Loredana Diana ha detto:

    Mirko Graziani
     Non ci sarei mai arrivato. Grazie! Ma in dialetto stretto,quello vero, quello del Belli, come si chiamavano gli spazzacamini?

    Daniela Saba ‎
    “TRESCENTO GNOCCHI SUR ZINALE
    Io l’aringrazzio tanto, sor don Pio,de quela dota che ttiè bbell’e ppronta.Io pe rregola sua campo der miosenza bbisoggno un cazzo de la ggionta.’Na zozza, frittellosa, onta e bbisonta piú ppeggio de la panza d’un giudio,che indove tocca sce lassa l’impronta,nu la vorría si mme la dàssi Iddio.Io a ste facce da spazzacammini nun je darebbe un pizzico nemmeno le vedessi cuperte de zecchini.Sor don Pio, tra la zella io nun ce godo come lor’antri preti, c’o ppiú o mmeno,drent’a la porcheria sce vanno in brodo.
    G G Belli 27 aprile 1835

  2. Carlo Galeazzi ha detto:

    IL “TESORO” DI VIA ALESSANDRINA.

    Il 22 febbraio del 1933, nel corso della demolizione di un caseggiato al civico 101 di via Alessandrina, un manovale fece cadere a terra una lastra di ferro coperta da una doppia fila di mattoni: dall’apertura fuoriuscì una cascata di monete d’oro e di gioielli.

    Era il tesoro privato di un antiquario romano, Francesco Martinetti, che aveva vissuto in quell’appartamento dal 1865 fino al giorno della sua morte nel 1895. Come si può immaginare il rinvenimento del tesoro suscitò un immediato interesse per il valore economico complessivo e, soprattutto, per le circostanze del ritrovamento che ben si prestava ad avvalorare ulteriormente il programma urbanistico in svolgimento nell’area dei fori.

    Le cronache dei giornali dell’epoca avevano riportato con dovizia di particolari le vicende relative al ritrovamento e la gustosa notizia, successiva di una settimana, della diffusa vincita al lotto, avvenuta nei quartieri più popolari della città, di oltre un milione di lire. Sulla ruota di Roma era, infatti, uscito un terno secco coi numeri 74, 62, 24 che la “Smorfia” indicava rispettivamente come “monete”, “anelli d’oro” e “muratore”. Tesoro chiama tesoro, avevano titolato nell’occasione i giornali.

    Solo otto anni dopo la raccolta entrava a far parte delle collezioni del Medagliere Capitolino, al termine della risoluzione di lunghe controversie legali sorte tra gli eredi del Martinetti, il Governatorato di Roma proprietario dello stabile espropriato e gli operai scopritori. Il Regio Tribunale di Roma dopo aver nominato un collegio peritale per accertare la consistenza e la composizione del tesoro e stimarne il valore commerciale per l’attribuzione del compenso agli operai autori della scoperta, aveva prodotto una perizia a stampa con la stima patrimoniale del valore effettivo della raccolta che finalmente entrava a far parte definitivamente delle collezioni capitoline.

    Il tesoro di via Alessandrina comprende 2529 monete d’oro antiche, medioevali, moderne e ottocentesche, 81 tra oggetti di oreficeria e gemme, molte delle quali, in seguito riconosciute provenire da una delle collezioni di glittica più preziose del XVII secolo, la Collezione Boncompagni Ludovisi, di cui si era persa ogni traccia fino ad oggi. La raccolta consisteva per un verso dal denaro accumulato dal Martinetti con la vendita di reperti antichi e dall’altro da materiale d’antiquariato, una sorta di “riserva” a cui il commerciante poteva di volta in volta attingere, a seconda delle necessità. I materiali del Tesoro di Via Alessandrina (Collezione Martinetti) sono esposti al Medagliere Capitolino.

    http://www.nannimagazine.it/articolo/1450/Demolizione-e-scavi-note-sui-Fori-Imperiali

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