Alberto Di Giacomo quanti ricordi…. comunque il ristorante nn e’ l’albergo :nn era all’angolo
Silvia Montanari Quanno annava fori fiume…poi vennero i muraglioni che tante bellezze portarono via!
Giancarlo Romani al mio caro amico mario cosi si rivede dove è nato ciao
Andres Kresten Norgaard Weissenberg Me parece excelente, la nueva forma de ver las distintas fotografias, pero, me gustaria tambien ver la totalidad del elenco de fotogrfias, en miniaturas, de esa forma podia escoger con presicion una, que particularmente me podia interesar, por favor consideren esto, una solicitud al particular. Gracias.
Vicolo dell’Orso da tutti dimenticato, faceva riferimento al numero 55 angolo Osteria, trattoria della sora Rosa, vinaroli di Velletri qui carrozzelle, barozze, carrozze scaricavano vino di Velletri, sul finire del 1890 burini, mercanti di campagna gentiluomini inglesi, tedeschi, belgi, francesi i loro cavalli venivano affidati ai cavallari, stallieri di Iacolucci e Enrico, nome estraneo alla famiglia veniva dato a zi Enrichetto “urtimo stallaro e urtimo de nove fratelli”, zitello senza figli era affezionato a Mario il figlio del fratello Umberto che di cavalli non ne voleva sapere aveva altri progettti fra cui una bottega di tappezziere materassaio. gli Iacolucci da sempre accanto ai cavalli sin dal 1500, dal secondo Sacco di Roma vengono “nomati” clienti famosi? tutti doverosamente pagavano tranne “Uno” il re del Portogallo che alloggiava nel palazzo accanto e di questo se ne lagnarono con Santa Sede ma il Cardinale alzava lo sguardo e le braccia in alto—…. Questo scrive a memoria di zio Richetto, suo bis nipote Umberto Iacolucci, figlio di Mario a sua volta figlio di Umberto che quando passa per via dell’Orso rivolge un mesto sguardo a quel portone chiuso e ricorda quando dalla finestra versava acqua su quei trucidoni che sotto effetto della sbornia facevano pipì dove c’erano i paracarri, colonnine di selce che rinforzavano gli angoli dell’abitato per evitare strusciate dei mozzi delle ruote contro gli angoli. cordiali saluti da Umberto figlio di Mario figlio di Umberto nipote di Enrico che doveva ereditare la scuderia ma c’era di mezzo, monarchia, fascismo,le guerre e altre faccende familiari altrimenti i discendenti Iacolucci Umberto, Flavio, Fabiana, Giulio, Leonardo e Patrizio vivrebbero felici e contenti all’interno di quelle vetuste mura dal sottoscritto più volte scheggiate alla ricerca dei tesori nascosti durante il Sacco di Roma. ma queste erano fantasie trasmesse da zi Richetto durante le passeggiate in calessino sul lungotevere per acquistare libri dalle bancarelle, roba vecchia ma buona da leggere,
Il tuo contributo ci permetterà di investire nello sviluppo di questa iniziativa ed in questo modo il nostro progetto potrà essere migliore anche grazie a te.
Sergio Marini
esiste ancora…
Giorgio Mencuccini
Albergo dell’Orso? ma è il palazzo dove ora c’è la taverna dell’orso? è irriconoscibile…
Daniela Saba
http://maps.google.it/maps?f=q&source=s_q&hl=it&geocode&q=Via+dell%27Orso%2C+Roma&sll=41.901229%2C12.46654&sspn=0.001148%2C0.003259&g=Via+del+Banco+di+Santo+Spirito%2C+00186+Roma%2C+Lazio&ie=UTF8&hq&hnear=Via+dell%27Orso%2C+00186+Roma%2C+Lazio&ll=41.902109%2C12.472175&spn=0%2C0.013036&z=17&layer=c&cbll=41.902046%2C12.472007&panoid=klpQEwfTIqu8kzDerulf4A&cbp=12%2C129.6%2C%2C0%2C-4.39
Alberto Di Giacomo
quanti ricordi…. comunque il ristorante nn e’ l’albergo :nn era all’angolo
Silvia Montanari
Quanno annava fori fiume…poi vennero i muraglioni che tante bellezze portarono via!
Giancarlo Romani
al mio caro amico mario cosi si rivede dove è nato ciao
Andres Kresten Norgaard Weissenberg
Me parece excelente, la nueva forma de ver las distintas fotografias, pero, me gustaria tambien ver la totalidad del elenco de fotogrfias, en miniaturas, de esa forma podia escoger con presicion una, que particularmente me podia interesar, por favor consideren esto, una solicitud al particular. Gracias.
Vicolo dell’Orso da tutti dimenticato, faceva riferimento al numero 55 angolo Osteria, trattoria della sora Rosa, vinaroli di Velletri qui carrozzelle, barozze, carrozze scaricavano vino di Velletri, sul finire del 1890 burini, mercanti di campagna gentiluomini inglesi, tedeschi, belgi, francesi i loro cavalli venivano affidati ai cavallari, stallieri di Iacolucci e Enrico, nome estraneo alla famiglia veniva dato a zi Enrichetto “urtimo stallaro e urtimo de nove fratelli”, zitello senza figli era affezionato a Mario il figlio del fratello Umberto che di cavalli non ne voleva sapere aveva altri progettti fra cui una bottega di tappezziere materassaio.
gli Iacolucci da sempre accanto ai cavalli sin dal 1500, dal secondo Sacco di Roma vengono “nomati” clienti famosi?
tutti doverosamente pagavano tranne “Uno” il re del Portogallo che alloggiava nel palazzo accanto e di questo se ne lagnarono con Santa Sede ma il Cardinale alzava lo sguardo e le braccia in alto—….
Questo scrive a memoria di zio Richetto, suo bis nipote Umberto Iacolucci, figlio di Mario a sua volta figlio di Umberto che quando passa per via dell’Orso rivolge un mesto sguardo a quel portone chiuso e ricorda quando dalla finestra versava acqua su quei trucidoni che sotto effetto della sbornia facevano pipì dove c’erano i paracarri, colonnine di selce che rinforzavano gli angoli dell’abitato per evitare strusciate dei mozzi delle ruote contro gli angoli.
cordiali saluti da Umberto figlio di Mario figlio di Umberto nipote di Enrico che doveva ereditare la scuderia ma c’era di mezzo, monarchia, fascismo,le guerre e altre faccende familiari altrimenti i discendenti Iacolucci Umberto, Flavio, Fabiana, Giulio, Leonardo e Patrizio vivrebbero felici e contenti all’interno di quelle vetuste mura dal sottoscritto più volte scheggiate alla ricerca dei tesori nascosti durante il Sacco di Roma. ma queste erano fantasie trasmesse da zi Richetto durante le passeggiate in calessino sul lungotevere per acquistare libri dalle bancarelle, roba vecchia ma buona da leggere,