era la via tra la via Rua e la via Fiumara, scomparve in seguito alla sistemazione del ghetto. Il Ruffini e il Blasi ritengono che il toponimo derivi dal soprannome di un tale negoziante ebreo che aveva la tesa più grande del normale e che nelle vendite non recedeva mai dalla sua prima richiesta. Per questo suo costante, ostinto comportamento fu chiamato capocciuto che in dialetto romanesco significa “testardo”.Osserviamo che in nessun dizionario romanesco si trova il dispregiativo capocciuto, ma capoccione, che significa “testone” e metaforicamente “persona altolocata”, “alto funzionario. Capoccione e’ anche chiamato un grosso carciofo (carciofo romanesco). Durante l’ultimo governo pontificio fu arrestato un erbivendolo che gridava :- fateli arosto li capoccioni ! – perché la polizia credette che alludesse ai capi di governo. Il romano propone “capocciuto” come sinonimo di “capochiuso” nel senso di “vicolo cieco”.
( tratto da I vicoli di Roma di Giorgio Carpaneto)
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era la via tra la via Rua e la via Fiumara, scomparve in seguito alla sistemazione del ghetto. Il Ruffini e il Blasi ritengono che il toponimo derivi dal soprannome di un tale negoziante ebreo che aveva la tesa più grande del normale e che nelle vendite non recedeva mai dalla sua prima richiesta. Per questo suo costante, ostinto comportamento fu chiamato capocciuto che in dialetto romanesco significa “testardo”.Osserviamo che in nessun dizionario romanesco si trova il dispregiativo capocciuto, ma capoccione, che significa “testone” e metaforicamente “persona altolocata”, “alto funzionario. Capoccione e’ anche chiamato un grosso carciofo (carciofo romanesco). Durante l’ultimo governo pontificio fu arrestato un erbivendolo che gridava :- fateli arosto li capoccioni ! – perché la polizia credette che alludesse ai capi di governo. Il romano propone “capocciuto” come sinonimo di “capochiuso” nel senso di “vicolo cieco”.
( tratto da I vicoli di Roma di Giorgio Carpaneto)