Io da giovane mascalzone compravo le palle di segatura con elestico e per renderle piu’ efficienti bagnavo la segatura. Purtroppo il peso della palla aumentava cosicche’ l’elastico non reggeva ed addio al divertimento
La festa di S. Giuseppe durava 3 giorni, con le sue bancarelle, che friggevano Frittelle, costruite in via Andrea Doria a partire dal l.go Trionfale al Cinema Doria. Durante la processione si esponevano delle coperte sulle finestre e balconi. Il clima era molto festaiolo i ragazzi battagliavano con delle palle di pezza ripiene di segatura…un vero spasso. Una delle attrazioni era il gioco della ruota, un asta che veniva fatta girare con una linguetta e tutti puntavano su uno degli spazi creati da pioli in ferro. Dove si fermava la linguetta si vinceva il premio. Spesso c’erano dei piccoli banchetti dove con cinque cerchi in metallo si doveva coprire interamente un cerchio bianco disegnato su una tavola…nessuno vinceva.
Ero un frequentatore del bar Giava. Ricordo i personaggi di allora: er Califfo ( Franco Califfano, er Barone, er fustello. dopo Franco er Cicala e potrei continuare all’infinito. Ciao Donatella, chissà che non eravamo amici, abitavo al 14 di via A. Doria.
Io abitavo in Via della Giuliana e poi in Via Marcantonio Bragadin. Parlo dei primi anni ’50 Mia madre mi portava con se a fare la spesa al Mercato. I “contadini” venivano al mercato trasportando gli alimenti con il carrettino trainato da muli che poi parcheggiavano all’inizio di Via Cipro, dove c’era una vecchia fornace. Una volta la spesa si faceva quasi tutti i giorni mancando i frigoriferi, noi eravamo fortunati perchè in casa avevamo una ghiacciaietta che funzionava mettendoci dentro un blocco di ghiaccio. Per la spesa era sufficiente una “sporta” piccola borsa, non c’erano i carrelletti e le buste di plastica. I fruttaroli/vignaroli si conoscevano tutti per nome e pesavano la merce con bilancia stadera che il venditore reggeva con un dito infilato nel gancio e, poichè effettuavano la pesata al volo occorreva stare molto attenti a quanto dichiaravano e poi i conti si facevano tutti a mente, non c’erano calcolatrici..
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Quanti ricordi mio padre mi mandava a comprare le frittelle di S. Giuseppe.
Io da giovane mascalzone compravo le palle di segatura con elestico e per renderle piu’ efficienti bagnavo la segatura. Purtroppo il peso della palla aumentava cosicche’ l’elastico non reggeva ed addio al divertimento
La festa di S. Giuseppe durava 3 giorni, con le sue bancarelle, che friggevano Frittelle, costruite in via Andrea Doria a partire dal l.go Trionfale al Cinema Doria. Durante la processione si esponevano delle coperte sulle finestre e balconi. Il clima era molto festaiolo i ragazzi battagliavano con delle palle di pezza ripiene di segatura…un vero spasso. Una delle attrazioni era il gioco della ruota, un asta che veniva fatta girare con una linguetta e tutti puntavano su uno degli spazi creati da pioli in ferro. Dove si fermava la linguetta si vinceva il premio. Spesso c’erano dei piccoli banchetti dove con cinque cerchi in metallo si doveva coprire interamente un cerchio bianco disegnato su una tavola…nessuno vinceva.
Qualcuno per caso ha uno scatto che ritragga il Bar Giava?
Ero un frequentatore del bar Giava. Ricordo i personaggi di allora: er Califfo ( Franco Califfano, er Barone, er fustello. dopo Franco er Cicala e potrei continuare all’infinito. Ciao Donatella, chissà che non eravamo amici, abitavo al 14 di via A. Doria.
Io abitavo in Via della Giuliana e poi in Via Marcantonio Bragadin. Parlo dei primi anni ’50 Mia madre mi portava con se a fare la spesa al Mercato. I “contadini” venivano al mercato trasportando gli alimenti con il carrettino trainato da muli che poi parcheggiavano all’inizio di Via Cipro, dove c’era una vecchia fornace. Una volta la spesa si faceva quasi tutti i giorni mancando i frigoriferi, noi eravamo fortunati perchè in casa avevamo una ghiacciaietta che funzionava mettendoci dentro un blocco di ghiaccio. Per la spesa era sufficiente una “sporta” piccola borsa, non c’erano i carrelletti e le buste di plastica. I fruttaroli/vignaroli si conoscevano tutti per nome e pesavano la merce con bilancia stadera che il venditore reggeva con un dito infilato nel gancio e, poichè effettuavano la pesata al volo occorreva stare molto attenti a quanto dichiaravano e poi i conti si facevano tutti a mente, non c’erano calcolatrici..