Descrizione: Via Casilina, altezza Stazione di Centocelle – Locomotore di un treno urbano della linea Roma-Fiuggi Anno: 1940 Fotografo: (?) Fonte: Archivio personale (Sante Di Domenico) Aggiunta da Di Domenico Walter
Stefano, cosa dici mai. Se non l’avessero chiusa quei poveracci degli Agnelli come avrebbero fatto a vendere i loro autobus? Si sarebbero morti di fame. E poi per aiutarli abbiamo tolto anche i filobus di tutta ITALIA per far posto agli autobus a gasolio o benzina di linea. Quella era l’èra del BOOOOMMMMM. Solo che questo BBBOOOOOOOMM è scoppiato più tardi. E’ scoppiato adesso e definitivamente. Perchè se non ve ne siete accorti abbiamo fatto il boommm davvero. Che popolo di COGLIONI che siamo. Ma quando vi sveglierete per fare un altro 68? Dico “VI” sveglierete perchè io ho (come si dice) una certa età, ed il mio 68 l’ho fatto già in fabbrica.
Il discorso da fare è che ogni mezzo di trasporto deve avere il suo giusto campo di utilizzo, che si basa essenzialmente sulla domanda di trasporto esistente su un determinato itinerario. La ferrovia va bene su direttrici “di forza”, ossia con domande di trasporto medio alte, mentre l’autobus dovrebbe essere relegato a compiti di adduzione agli itinerari principali di trasporto, da esercitare appunto su rotaia. Quindi non è che l’autobus non andava venduto, ma andava usato per il campo ad esso più congeniale, ossia come integrativo del treno, giammai sostitutivo; d’altra parte la FIAT vendeva anche treni (FIAT Ferroviaria Savigliano, oggi ALSTOM). Fortunatamente, in altre parti d’Italia, ferrovie simili a questa si sono salvate: vedasi ad esempio il caso della Trento-Malè, di recente ammodernata e prolungata a Marilleva 900.
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Questa ferrovia, se avessimo una mentalità evoluta come la Svizzera, sarebbe stata mantenuta ed ammodernata, non chiusa.
Stefano, cosa dici mai. Se non l’avessero chiusa quei poveracci degli Agnelli come avrebbero fatto a vendere i loro autobus? Si sarebbero morti di fame. E poi per aiutarli abbiamo tolto anche i filobus di tutta ITALIA per far posto agli autobus a gasolio o benzina di linea. Quella era l’èra del BOOOOMMMMM. Solo che questo BBBOOOOOOOMM è scoppiato più tardi. E’ scoppiato adesso e definitivamente. Perchè se non ve ne siete accorti abbiamo fatto il boommm davvero. Che popolo di COGLIONI che siamo. Ma quando vi sveglierete per fare un altro 68? Dico “VI” sveglierete perchè io ho (come si dice) una certa età, ed il mio 68 l’ho fatto già in fabbrica.
Il discorso da fare è che ogni mezzo di trasporto deve avere il suo giusto campo di utilizzo, che si basa essenzialmente sulla domanda di trasporto esistente su un determinato itinerario. La ferrovia va bene su direttrici “di forza”, ossia con domande di trasporto medio alte, mentre l’autobus dovrebbe essere relegato a compiti di adduzione agli itinerari principali di trasporto, da esercitare appunto su rotaia. Quindi non è che l’autobus non andava venduto, ma andava usato per il campo ad esso più congeniale, ossia come integrativo del treno, giammai sostitutivo; d’altra parte la FIAT vendeva anche treni (FIAT Ferroviaria Savigliano, oggi ALSTOM). Fortunatamente, in altre parti d’Italia, ferrovie simili a questa si sono salvate: vedasi ad esempio il caso della Trento-Malè, di recente ammodernata e prolungata a Marilleva 900.