Villa Gregoriana (Tivoli)
Tivoli è famosa in tutto il mondo per villa Adriana e villa d’Este, ma c’è un terzo gioiello meno noto che vale la pena conoscere e che vi farà innamorare: il parco Villa Gregoriana, a picco sulle gole dell’Aniene.
Villa Gregoriana è’ un posto unico al mondo, caratterizzato da una vegetazione lussureggiante, dallo scroscio delle cascate , da splendidi sentieri che scendono e poi si inerpicano nel bosco e sulla rupe calcarea, da due grotte naturali, da ardite realizzazioni ingegneristiche ottocentesche e da suggestivi resti di età romana: una villa e due templi.
E’ stata riaperta al pubblico solo nel 2005 dopo decenni di abbandono, grazie all’intervento del FAI (Fondo Ambiente Italiano).
Deve il nome al pontefice Gregorio XVI che nell’800 la fece realizzare, adattando a parco naturalistico la profonda gola in cui fino al 1826 si gettava il fiume Aniene.
Proprio la disastrosa piena di quell’anno portò il governo pontificio a decidere di deviare il fiume, che, prima dell’ingresso a Tivoli, venne fatto passare in due cunicoli lunghi 280 metri appositamente scavati nelle viscere del monte Catillo, per poi arrivare a gettarsi nella grande cascata artificiale, alta 120 metri, che oggi si ammira dall’interno della villa stessa e dalla strada che passa per il santuario di s.Maria di Quintiliolo.
Sul vecchio corso del fiume il papa lasciò passare comunque un pò d’acqua, mantenendo quindi la bellezza del luogo ma evitando le piene devastanti, e realizzando quindi la villa Gregoriana, in cui furono piantati numerosi alberi, soprattutto lecci, cipressi, carpini e viburni.
La prima parte della passeggiata si svolge in discesa, e porta a scoprire i cunicoli gregoriani e il grande salto della cascata, per portare poi ai resti della villa romana di età imperiale appartenuta a Manlio Vopisco. Si scende poi fino al punto più profondo della gola, e si arriva ad affacciarsi all’inghiottitoio chiamato Grotta delle Sirene, in cui l’acqua si inabissa per poi riemergere più giù presso un lago, in cui si getta anche l’acqua della cascata “nuova”. Dalla grotta delle Sirene si inizia la risalita sul versante opposto della gola, sicuramente faticosa, ma che riserva altre sorprese: un suggestivo cunicolo scavato dai francesi a inizio ‘800, dalle cui aperture si gode della vista del baratro, la grotta di Nettuno e l’arrivo infine ai due templi dell’antica acropoli di Tibur: quello rotondo dedicato alla Ninfa Sibilla, protettrice delle acque del fiume, e quello rettangolare intitolato a Tiburno, l’eroe leggendario fondatore di Tivoli. Quando si esce dal cancello si è stanchi ma arricchiti e pienamente felici e in armonia con la natura.
Fotografie scattate durante le visite guidate di Roma Sparita da Edoardo Morgia, Fabio Costa, Paolo Scatarzi, Silvia Leoni, Massimo Meli, Lucia Prandi.
Testo a cura della dott.ssa Lucia Prandi
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