Palazzo Pamphilj

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L’edificio originale fu costruito nel 1630 al posto di una serie di immobili di proprietà della potente famiglia Pamphilj, in forme tardo rinascimentali. Quando il committente Giovanni Battista Pamphilj divenne papa nel 1644 con il nome di Innocenzo X, la famiglia ritenne che il palazzo non fosse sufficiente per il nuovo prestigio e iniziò una nuova e più imponente costruzione. Ne fu incaricato Girolamo Rainaldi. Il nuovo progetto inglobò edifici contigui, compreso il precedente palazzo dei Pamphilj, le cui decorazioni di Agostino Tassi furono almeno in parte mantenute, ed il Palazzo Cybo.
L’interno ha tre cortili. L’ingresso è particolarmente alto e luminoso: il piano nobile ha 23 stanze affrescate da artisti come Giacinto Gemignani, Gaspard Dughet, Andrea Camassei, Giacinto Brandi, Francesco Allegrini, Pier Francesco Mola. Pietro da Cortona nel 1651-1654 dipinse la lunga galleria, progettata da Borromini, con le Storie di Enea.
In seguito il nuovo palazzo divenne la residenza della cognata di Innocenzo, la vedova Donna Olimpia Maidalchini, che era la sua confidente e consigliere. Era molto impopolare ed era sospettata di essere l’amante del papa. Olimpia Maidalchini, detta anche “La Pimpaccia” era la madre di Camillo Pamphilj, cardinale-nipote, che si sposò con Olimpia Aldobrandini. La moglie gli recò in dote la proprietà di Palazzo Aldobrandini, ora noto come Palazzo Doria Pamphilj, cui si accede da piazza del Collegio Romano e che si affaccia su Via del Corso. Questo palazzo ospita la galleria Doria Pamphilj.
Quando i Pamphilj si insediarono nel nuovo edificio al Corso, il palazzo di Piazza Navona fu lasciato e dato in affitto, tra gli altri all’Accademia Filarmonica Romana.
I palazzi furono chiamati, anche quando la famiglia prese il nome di Doria-Pamphilj, con lo stesso nome di Palazzo Pamphilj o “Palazzo Pamfilio”.
Esiste anche un altro Palazzo Doria-Pamphilj, una residenza estiva a Valmontone.
Palazzo Pamphilj ospita dal 1920 l’ambasciata del Brasile in Italia, ed è diventato una proprietà brasiliana nel 1961.
Fonte: Wikipedia
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