Sepolcro degli Scipioni

Foto di Carlo Grossi
Si tratta di una rarità del IV e II secolo a. C., in quanto la maggior parte dei cimiteri di famiglia romani risalgono anche a cinque secoli dopo.
Gli Scipioni, una delle più celebri famiglie romane con personaggi come Scipione l’Africano che sconfisse Annibale e il fratello Scipione Emiliano che distrusse Cartagine. “Delenda Carthago, Cartagine deve essere distrutta” e così avvenne.
Dei due famosi fratelli Scipioni, “dell’elmo di Scipio s’è cinta la testa” non furono trovati resti all’interno del sepolcro, al contrario di altri membri della famosa famiglia. Il sepolcro ha tre sezioni diverse.

Foto di Carlo Grossi
La scoperta del sepolcro si deve a due fortunati antiquari, i fratelli Sassi che, abitando l’edificio soprastante il terrapieno che doveva rivelare un tesoro di cui si vociferava da secoli, iniziarono a scavare per fare una cantina ma si ritrovarono col Sepolcro degli Scipioni.
Spoliazioni antiche hanno sparso reperti ormai non più individuabili e usi scellerati hanno peggiorata la situazione, una calcara ancora esiste nel basamento, serviva a bruciare marmi per ricavarne calce per edilizia, nel periodo delle spoliazioni romane.
All’interno del Sepolcro si percorrono sei gallerie, con una trentina di sarcofagi il più importante dei quali è qui in copia fedele in peperino, tufo verde, appartenente al console Lucio Cornelio Scipione Barbato III sec. a C.
Il Sarcofago originale si trova ai Musei vaticani, è di un’estrema eleganza a triglifi e rosette con dentelli in alto e pulvini a volute ioniche e foglie di acanto.
Una iscrizione in rosse lettere trionfa la biografia eroica di Scipione Barbato. Tutto fa supporre che il fondatore del sepolcro sia proprio lui, la dimensione e ricchezza del sarcofago, la sua posizione profonda e centrale, oltre che si tratta del più antico sarcofago.

Foto di Carlo Grossi
Per Roma Sparita, testo a cura di: Carlo Grossi
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