La Piramide Cestia e Porta San Paolo

Uno dei monumenti più insoliti di Roma è la Piramide di Caio Cestio: si tratta di un sepolcro monumentale sorto in età augustea quando, a seguito della conquista dell’Egitto, si diffuse la moda “egittizzante”. Il ricco commerciante di prodotti tessili Caio Cestio, tra il 18 e il 12 a. C. si fece erigere in soli 330 giorni questa tomba: fu usato il conglomerato cementizio per il nucleo, che fu poi rivestito da mattoni e infine da una copertura esterna in lastre di marmo di Carrara.
L’altezza totale era di 125 piedi (circa 36 metri) con una base quadrata di 100 piedi (circa 30 metri).
La cella funeraria, una volta deposto il proprietario fu murata, ma purtroppo violata durante il medioevo: al momento della scoperta “ufficiale” a metà ‘600, quando nel corso di uno sterro si entrò all’interno della Piramide, la tomba era già stata depredata. All’interno si conserva pertanto solo la delicata decorazione in affresco, con vittorie alate che incoronavano un ritratto del defunto, andato perduto per uno scasso nella volta compiuto dagli ignoti tombaroli dei secoli scorsi, e pareti suddivise in riquadri da eleganti candelabri che incorniciano figure femminili stanti o sedute. Sono presenti anche graffiti e firme in sanguigna dei visitatori del XVIII e XIX secolo, alcuni dei quali purtroppo asportarono parti della decorazione dipinta.
Tra 2013 e 2014 il monumento fu interessato da un generale intervento di restauro e ripulitura, permesso dalla generosa donazione (2 milioni di euro) di un magnate giapponese, il signor Yuzo Yagi.
Alla fine del III secolo d. C. la Piramide fu inglobata nella cinta delle mura volute dall’imperatore Aureliano per difendere la città dai possibili attacchi nemici, e si trovò affiancata dalla porta Ostiense, che nei secoli successivi, rinominata Porta S.Paolo dalla vicina sepoltura dell’apostolo, fu rafforzata da una controporta e da un edificio settecentesco della dogana pontificia, ancora presente. Il piccolo museo ospitato nei locali e nelle torri della porta è aperto tutti i giorni ad ingresso gratuito, conserva calchi di epigrafi e cippi sepolcrali rinvenuti in zona, alcune lunette dipinte di un sepolcro di III secolo d. C, un affresco medievale realizzato da un eremita all’interno di una delle torri, e, fino a qualche anno fa, due grandi plastici relativi alla città di Ostia Antica e ai porti di Claudio e Traiano a Fiumicino.
Durante la seconda guerra mondiale il tratto di mura che collegava la Piramide alla porta fu distrutto da una bomba:in quel varco fu poi aperta via Raffaele Persichetti, dedicata a uno dei protagonisti della battaglia di porta Ostiense del 9 settembre 1943.

Fotografie scattate durante le visite guidate di Roma Sparita da Paolo Scatarzi, Greeny Sonlu, Massimo Meli, Silvia Leoni, Irene Isopi, Carlo Grossi, Davide Lucia

Testo a cura della dott.ssa Lucia Prandi

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