Villa Lante al Gianicolo
Villa Lante al Gianicolo è una delle ville romane meglio conservate del Cinquecento. Da una lettera del 1514 sappiamo che Baldassarre Turini, datario di Leone X, si lamentava del caldo cittadino. Per questo motivo comprò un terreno sul Gianicolo e cominciò la costruzione di un casino.
L´architetto della villa fu Giulio Romano, allievo prediletto di Raffaello e la decorazione pittorica fu eseguita dagli altri artisti della scuola: Vincenzo Tamagni da San Gimignano, Polidoro da Caravaggio, Maturino.
Interessante è sottolineare che nelle intenzioni del Turini il casino non doveva avere funzione abitativa ma era solo un luogo per meditazione e per conversare con i suoi amici, funzionari della corte apostolica, letterati ed artisti.
È possibile che durante il Sacco di Roma la villa sia stata danneggiata: nel salone si è conservato il famoso graffito “A dì 6 de magio 1527 fo la presa di Roma”. Nella loggia la data 1531 dovrebbe indicare la fine dei lavori di ricostruzione. Dopo la morte di Turini suo nipote Julio affittò la villa nel 1548 al cardinale Georges d’Armagnac ambasciatore di Francia e parente della casa reale francese. Nel 1551 tutta la proprietà passò alla famiglia Lante.
All’inizio del Ottocento il patrimonio dei Lante era andato in dissesto. La famiglia vendette una parte del suo vasto patrimonio territoriale e nel 1817 anche la Villa Lante passò “per dissesti finanziari” al principe Camillo Borghese, il marito della sorella di Napoleone, Pauline. Sembra che i Borghese non avessero tanto interesse per la villa. Infatti ben presto, nel 1837, la vendettero a Madeleine Sophie Barrat, la fondatrice della Congregazione delle monache del Sacro Cuore di Gesù. Nella compravendita non erano inclusi gli affreschi del salone che vennero staccati dal soffitto (oggi al Palazzo Zuccari, sede della Bibliotheca Hertziana). Madeleine Barrat sistemò nella villa un noviziato per le giovani ragazze, avviate al monacato delle suore dell’Ordine, e in tale occasione fu coperta una parte degli affreschi delle camere laterali. Quando la villa non fu più necessaria al convento, le monache l’affittarono a degli stranieri. Nel 1887 il noto archeologo tedesco Wolfgang Helbig affittò la villa e qui si dedicava ai suoi studi ed al commercio d’oggetti d’arte. Con sua moglie, la principessa russa Nadine Schahawskoy, Helbig fece della Villa Lante un salotto culturale apprezzato, frequentato sia da letterati e da musicisti, sia da nobili e reali. Nel 1909 Demetrio Helbig, il figlio di Wolfgang, chimico e generale dell’aviazione militare, comprò la villa dalle monache. Il general Helbig infine affittò nel 1946 i piani superiori della villa all’incaricato d’affari di Finlandia presso la Santa Sede, il dott. Göran Stenius. Pochi anni dopo Stenius informò la fondazione Institutum Romanum Finlandiae che l’anziano generale era disposto a cedere l’edificio ai finlandesi a condizioni molto favorevoli. Così la fondazione, con i mezzi finanziari messi a disposizione dal fondatore della fondazione stessa, Amos Anderson, comprò la villa nel 1950.
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