Marco Valente abitavo li in via genazzano 24 adiacente alla parrocchia s.maria della misericordia parroco don giovanni paganizza
Massimo Moi è la stessa cosa di un campo nomadi, ci si scorda troppo presto della propria storia…
Serena Corrado la gente gira e i posti rimangono gli stessi! : ora c’è il campo nomadi. uno dei pochi rimasti all’interno di roma.
Artemisia Gentileschi Beh, tra un campo di nomadi attuale e l’allora miseria c’è una differenza sostanziale, non facciamo confusione!
Massimo Tosoni Già, noi eravamo poveri VERI!, non avevamo le Ferrari dei Rom. I miei abitavano in subaffitto dal Sor Omero, e nei fine settimana organizzavano un raduno, avendo a disposizione il ‘villino’ più grande. Si mangiava tutti insieme (ognuno portava quello che poteva) e, alla fine si ballava sulle musiche americane del dopo guerra.
Massimo Tosoni Mia madre mi raccontava che nelle fontane/lavatoio della borgata, si lavavano i panni dei ‘signori’, per racimolare i soldi per il latte dei ‘pupi’.
Isabella Di Leo visto che qualcuno ha ricordato don giovanni mi ricordo quante volte andava in borgata a recuperare qualche cosa della chiesa che gli avevano sottratto
Angelica Zorzella ai baraccati italiani si sono sostituiti i baraccati zingari…. questa è la verità…ed è inutile che mo famo i ripulitini…e cmq sempre tutti uomini
E’ evidente che il fuoco della foto in questo caso servisse per riscaldarsi. Ma spesso si accendevano i fuochi all’inizio e alla fine della Borgata – cioè vicino alle cosiddette “Scolette” e all’attuale Villa De Santis – per segnalare l’eventuale presenza della polizia. Infatti,in mezzo a tante persone che lavoravano onestamente,c’erano un sacco di bravi ragazzi che lavoravano di notte con le trance,con il piede di porco (“zampone”)o con le chiavi rifatte (“spade”). Fino al 1961/62 – quando in molti iniziarono a trasferirsi nelle nuove Case Popolari di San Basilio – nella Borgata Gordiani stanziavano i più bravi cassafortari (insieme a quelli di San Lorenzo),come per esempio Franco “L’Ombrellaro (ammazzato da Pippanera), Angelino “Er Nasone” o Aldo “Er Tedesco (chi è della Borgata si ricorderà pure i cognomi!). Tra i tanti,c’era anche il famigerato Lallo “Lo Zoppo,diventato poi un criminale tosto,imputato di omicidi,rapine,evasioni e del sequestro del “Re del Caffe’,Palombini. Quanto si dice nei commenti rispecchia,in effetti,la cruda verità del qundicennio postbellico. E’ vero che più di qualche povera donna finì per diventare la compagna (per es. “la Ciufeca”) di personaggi pregiudicati e visse momenti di splendore ma la maggioranza viveva continuamente in sottomissione, in conformità dell’andazzo generale. La zona della borgata prende il nome dalle terme e dalle Ville degli imperatori Gordiano I°,II° e III°,vissuti nel decennio 230/40. Si possono notare ancora i maestosi resti delle terme nel parco di Villa Gordiani,attraversato da Via Prenestina. Successivamente,quelle terre,in epoca feudale passarono alla famiglia Dello Schiavo. La zona,quindi,fini per chiamarsi Tor De Schaivi. Mi si passi l’intermezzo che esula dall’interesse artistico o archeologico. Però io ritengo che la STORIA prima la scrivano gli UOMINI in carne e ossa,con le loro virtù e i loro peccati,con i loro fasti e le loro tragedie. Quindi,a volte anche delle semplici note di colore possono delineare i rapporti tra gli abitanti di una determinata zona e la società in generale. Come un’antica vestigia può rappresentare un libro di pietra attraverso il quale si risale alle radici di un popolo e ai suoi usi e costumi,anche – e soprattutto – le vicende vissute e raccontate a parole trasmettono ai posteri la storia dell’UOMO. In fin dei conti,Omero (non il Sor Omero di cui parla il fan Massimo TOSONI!) l’orbo dell’Iliade e dell’Odissea non ha fatto altro che trascrivere le leggende raccontate di generazione in generazione. In sostanza,secondo me è più che mai necessario non interrompere quel filo che lega le vicende dell’Umanità alle sue creazioni . Un uomo può essere scienziato o non alfabetizzato,santo o peccatore ma resta comunque un Uomo con una sua storia.
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Ettore Ranalletta
Si trovava nel VI Municipio
Marco Valente
abitavo li in via genazzano 24 adiacente alla parrocchia s.maria della misericordia parroco don giovanni paganizza
Massimo Moi
è la stessa cosa di un campo nomadi, ci si scorda troppo presto della propria storia…
Serena Corrado
la gente gira e i posti rimangono gli stessi! : ora c’è il campo nomadi. uno dei pochi rimasti all’interno di roma.
Artemisia Gentileschi
Beh, tra un campo di nomadi attuale e l’allora miseria c’è una differenza sostanziale, non facciamo confusione!
Massimo Tosoni
Già, noi eravamo poveri VERI!, non avevamo le Ferrari dei Rom.
I miei abitavano in subaffitto dal Sor Omero, e nei fine settimana organizzavano un raduno, avendo a disposizione il ‘villino’ più grande. Si mangiava tutti insieme (ognuno portava quello che poteva) e, alla fine si ballava sulle musiche americane del dopo guerra.
Massimo Tosoni
Mia madre mi raccontava che nelle fontane/lavatoio della borgata, si lavavano i panni dei ‘signori’, per racimolare i soldi per il latte dei ‘pupi’.
Isabella Di Leo
visto che qualcuno ha ricordato don giovanni mi ricordo quante volte andava in borgata a recuperare qualche cosa della chiesa che gli avevano sottratto
Angelica Zorzella
ai baraccati italiani si sono sostituiti i baraccati zingari…. questa è la verità…ed è inutile che mo famo i ripulitini…e cmq sempre tutti uomini
Domenico Funi
NOSTALGIA!
E’ evidente che il fuoco della foto in questo caso servisse per riscaldarsi. Ma spesso si accendevano i fuochi all’inizio e alla fine della Borgata – cioè vicino alle cosiddette “Scolette” e all’attuale Villa De Santis – per segnalare l’eventuale presenza della polizia. Infatti,in mezzo a tante persone che lavoravano onestamente,c’erano un sacco di bravi ragazzi che lavoravano di notte con le trance,con il piede di porco (“zampone”)o con le chiavi rifatte (“spade”). Fino al 1961/62 – quando in molti iniziarono a trasferirsi nelle nuove Case Popolari di San Basilio – nella Borgata Gordiani stanziavano i più bravi cassafortari (insieme a quelli di San Lorenzo),come per esempio Franco “L’Ombrellaro (ammazzato da Pippanera), Angelino “Er Nasone” o Aldo “Er Tedesco (chi è della Borgata si ricorderà pure i cognomi!). Tra i tanti,c’era anche il famigerato Lallo “Lo Zoppo,diventato poi un criminale tosto,imputato di omicidi,rapine,evasioni e del sequestro del “Re del Caffe’,Palombini.
Quanto si dice nei commenti rispecchia,in effetti,la cruda verità del qundicennio postbellico. E’ vero che più di qualche povera donna finì per diventare la compagna (per es. “la Ciufeca”) di personaggi pregiudicati e visse momenti di splendore ma la maggioranza viveva continuamente in sottomissione, in conformità dell’andazzo generale.
La zona della borgata prende il nome dalle terme e dalle Ville degli imperatori Gordiano I°,II° e III°,vissuti nel decennio 230/40. Si possono notare ancora i maestosi resti delle terme nel parco di Villa Gordiani,attraversato da Via Prenestina. Successivamente,quelle terre,in epoca feudale passarono alla famiglia Dello Schiavo. La zona,quindi,fini per chiamarsi Tor De Schaivi.
Mi si passi l’intermezzo che esula dall’interesse artistico o archeologico. Però io ritengo che la STORIA prima la scrivano gli UOMINI in carne e ossa,con le loro virtù e i loro peccati,con i loro fasti e le loro tragedie. Quindi,a volte anche delle semplici note di colore possono delineare i rapporti tra gli abitanti di una determinata zona e la società in generale. Come un’antica vestigia può rappresentare un libro di pietra attraverso il quale si risale alle radici di un popolo e ai suoi usi e costumi,anche – e soprattutto – le vicende vissute e raccontate a parole trasmettono ai posteri la storia dell’UOMO. In fin dei conti,Omero (non il Sor Omero di cui parla il fan Massimo TOSONI!) l’orbo dell’Iliade e dell’Odissea non ha fatto altro che trascrivere le leggende raccontate di generazione in generazione. In sostanza,secondo me è più che mai necessario non interrompere quel filo che lega le vicende dell’Umanità alle sue creazioni .
Un uomo può essere scienziato o non alfabetizzato,santo o peccatore ma resta comunque un Uomo con una sua storia.
Io sono la nuora di franco l ombrellaro
Mio marito vorrebbe sapere chi sei