Descrizione: L’impacchettamento di Porta Pinciana ad opera dell’artista Christo Javacheff Anno: 1975 Fotografo: (?) Fonte: archivio sconosciuto Aggiunta da Roma Sparita
Renzo Manfè L’impacchettamento che vediamo nella foto è opera di Christo Javacheff che nasce nel 1935 in Bulgaria a Gabrovo, da una famiglia di industriali. Espone in vari musei europei e in America, a Roma impacchetta un muro: “The Wall”, a Newport Rhode Island “Ocean Front”:13940 metri quadri di tessuto di polypropilene galleggiano sul mare. Progetto per il Pont Neuf: “The Pont Neuf Wrapped -Project for Paris”, diversi progetti d’imballaggi non realizzati a Ginevra in particolare quello dei getti d’acqua, lungolago Gustave Ador e a Washington il centro J.F.Kennedy. Numerose esposizioni personali negli Stati Uniti e in Svizzera al Musée Rath a Ginevra. Progetto d’impaccaggio della monumentale statua di Cristoforo Colombo a Barcellona: “Wrapped Monument to Cristobal Colon”. Il concetto di memoria come prodotto di un’operazione sottrattiva è tema ricorrente nelle opere del bulgaro Christo Javacheff, che pur non occupandosi specificamente di architettura, compie, con i suoi celebri impacchettamenti, operazioni ambientali di grande incidenza sul piano essenzialmente architettonico. Pierre Restany, teorico del Nouveau Réalisme, ne mette in risalto, al di là del significato sottilmente concettuale, proprio l’aspetto progettuale, perché di vero e proprio progetto si può parlare nel caso delle “sparizioni” di Christo: “[ … ].in un momento in cui l’architettura conta troppi ingegneri o uomini d’affari e non abbastanza poeti, Christo fa parte di questi artisti che assumono il rilancio immaginativo di questo campo”.
Enrico Ricci … sono completamente daccordo; in poche parole per Christò la finalità di questa azione sta nel momento della riapertura dei teli: è come se ripercependo l’oggetto (in questo caso architettura) fino a quel momento coperto, l’attenzione viene di nuovo catturata e restituendo visibilità si risvegliano, sensazioni ed emozioni.
Matteo Rapisarda posso dire che non mi piace per niente? porta pinciana impacchettata è uno sfregio secondo me anche per un giorno
Annalisa Silvestri Me lo ricordo bene quel momento. Ci passavo davanti tutti i giorni con l’autobus e tutti i giorni mi si rivoltavano le viscere ! Altro che attenzione nuovamente catturata e risveglio delle sensazioni e delle emozioni ! Anzi no, le sensazioni c’erano seppur negative e le emozioni pure…. se lo avessimo potuto avere sotto le mani per cinque minuti…..
Morcillo Ramirez Io credo che il sig. Christò avrebbe fatto un’opera veramente meritoria se avesse rivestito e impacchettato…sé stesso, senza rompere…ai monumenti storici.
Carlo Grossi I Romani restarono totalmte indifferenti.
Massimo Dafano ma che anno era?
Giuseppe Utano primi anni 80?
Giuseppe Utano comunque le opere di questo “artista” si basano sul sensazionalismo…qualche cosa che può scuotere l’opinione pubblica anche negativamente,il cui fine e il dibattito. a quel punto è la gente che diventa interprete dell'”opera”…chissà probabilmente queste imprese servono….
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Renzo Manfè
L’impacchettamento che vediamo nella foto è opera di Christo Javacheff che nasce nel 1935 in Bulgaria a Gabrovo, da una famiglia di industriali. Espone in vari musei europei e in America, a Roma impacchetta un muro: “The Wall”, a Newport Rhode Island “Ocean Front”:13940 metri quadri di tessuto di polypropilene galleggiano sul mare. Progetto per il Pont Neuf: “The Pont Neuf Wrapped -Project for Paris”, diversi progetti d’imballaggi non realizzati a Ginevra in particolare quello dei getti d’acqua, lungolago Gustave Ador e a Washington il centro J.F.Kennedy. Numerose esposizioni personali negli Stati Uniti e in Svizzera al Musée Rath a Ginevra. Progetto d’impaccaggio della monumentale statua di Cristoforo Colombo a Barcellona: “Wrapped Monument to Cristobal Colon”.
Il concetto di memoria come prodotto di un’operazione sottrattiva è tema ricorrente nelle opere del bulgaro Christo Javacheff, che pur non occupandosi specificamente di architettura, compie, con i suoi celebri impacchettamenti, operazioni ambientali di grande incidenza sul piano essenzialmente architettonico.
Pierre Restany, teorico del Nouveau Réalisme, ne mette in risalto, al di là del significato sottilmente concettuale, proprio l’aspetto progettuale, perché di vero e proprio progetto si può parlare nel caso delle “sparizioni” di Christo: “[ … ].in un momento in cui l’architettura conta troppi ingegneri o uomini d’affari e non abbastanza poeti, Christo fa parte di questi artisti che assumono il rilancio immaginativo di questo campo”.
Enrico Ricci …
sono completamente daccordo; in poche parole per Christò la finalità di questa azione sta nel momento della riapertura dei teli: è come se ripercependo l’oggetto (in questo caso architettura) fino a quel momento coperto, l’attenzione viene di nuovo catturata e restituendo visibilità si risvegliano, sensazioni ed emozioni.
Matteo Rapisarda
posso dire che non mi piace per niente? porta pinciana impacchettata è uno sfregio secondo me anche per un giorno
Annalisa Silvestri
Me lo ricordo bene quel momento. Ci passavo davanti tutti i giorni con l’autobus e tutti i giorni mi si rivoltavano le viscere ! Altro che attenzione nuovamente catturata e risveglio delle sensazioni e delle emozioni ! Anzi no, le sensazioni c’erano seppur negative e le emozioni pure…. se lo avessimo potuto avere sotto le mani per cinque
minuti…..
Morcillo Ramirez
Io credo che il sig. Christò avrebbe fatto un’opera veramente meritoria se avesse rivestito e impacchettato…sé stesso, senza rompere…ai monumenti storici.
Carlo Grossi
I Romani restarono totalmte indifferenti.
Massimo Dafano
ma che anno era?
Giuseppe Utano
primi anni 80?
Giuseppe Utano
comunque le opere di questo “artista” si basano sul sensazionalismo…qualche cosa che può scuotere l’opinione pubblica anche negativamente,il cui fine e il dibattito. a quel punto è la gente che diventa interprete dell'”opera”…chissà probabilmente queste imprese servono….