Eh si, i tanto vituperati sindaci di centrosinistra eliminarono la vergogna delle baraccopoli senza poter disporre dei poteri dei sindaci della cosiddetta seconda Repubblica. Migliaia di famiglie ebbero una casa e….scusate se è poco…
Noi abitavamo qui! Per noi piccoli era tutto bellissimo, guardavamo con gli occhi di fanciulli, la nostra percezione era quella dell’innocenza e della meraviglia per tutto, giocavamo con i sassi delle case distrutte, per andare a prendere l’acqua, i genitori mandavano noi piccoli con tutti i tipi di recipienti e dovevamo fare la fila alla fontanella per prenderla, inoltre al centro della stradina dove abitavamo, scorreva acqua e dovevamo camminare ai lati, ma tutto era un gioco per noi. Per avere aiuti alimentari mia madre come tante della borgata, la domenica, si andava alla chiesa di san Agapito a Via Venezia Giulia, ognuna con la propria prole, come tanti trenini, noi eravamo in 5 allora, e la politica era più figli più cibo! quindi guai a mancare! ricordo ancora la nostra vecchia Baracca, che noi chiamavamo casa! dove tenevamo i vasini da notte era un piccolissimo locale con un buco aperto al cielo e una sera guardando in su, vidi un bellissimo Ramarro, verdissimo e brillantissimo e ancora oggi è vivido nella mia memoria. Oggi non ce ne sono più. almeno non in città!
Condivido. Ho vissuto nel borghetto nel 76 circa ed è stata comunque un’esperienza unica, particolare. Alcune scene di vita che rimangono impresse nella memoria.
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Eh si, i tanto vituperati sindaci di centrosinistra eliminarono la vergogna delle baraccopoli senza poter disporre dei poteri dei sindaci della cosiddetta seconda Repubblica. Migliaia di famiglie ebbero una casa e….scusate se è poco…
Sicuro così fino al 75
Anche dopo
Infatti la targa dell’ape è 29 metà anni 70…
Matteo Iacovella, le borgate, quelle belle.
Bei tempi andati
impressionante! pare quasi preistoria!
Beautiful nature!!! Non come ‘ ora
Carla Coria
Francesca come acilia oggi! ??
Sì Cri, stiamo proprio così….una vergogna!!
Ne so qualcosa…….
ERA DIETRO “AUCHAN” DI CASALBERTONE
era sulla prenestina da via della stazione prenestina verso largo preneste .il borgo era sulla destra dove ora c’è il vivaio ed i campi di calcio
Noi abitavamo qui! Per noi piccoli era tutto bellissimo, guardavamo con gli occhi di fanciulli, la nostra percezione era quella dell’innocenza e della meraviglia per tutto, giocavamo con i sassi delle case distrutte, per andare a prendere l’acqua, i genitori mandavano noi piccoli con tutti i tipi di recipienti e dovevamo fare la fila alla fontanella per prenderla, inoltre al centro della stradina dove abitavamo, scorreva acqua e dovevamo camminare ai lati, ma tutto era un gioco per noi. Per avere aiuti alimentari mia madre come tante della borgata, la domenica, si andava alla chiesa di san Agapito a Via Venezia Giulia, ognuna con la propria prole, come tanti trenini, noi eravamo in 5 allora, e la politica era più figli più cibo! quindi guai a mancare! ricordo ancora la nostra vecchia Baracca, che noi chiamavamo casa! dove tenevamo i vasini da notte era un piccolissimo locale con un buco aperto al cielo e una sera guardando in su, vidi un bellissimo Ramarro, verdissimo e brillantissimo e ancora oggi è vivido nella mia memoria. Oggi non ce ne sono più. almeno non in città!
Condivido. Ho vissuto nel borghetto nel 76 circa ed è stata comunque un’esperienza unica, particolare. Alcune scene di vita che rimangono impresse nella memoria.