Descrizione: Torre di Paolo III, il convento e la chiesa di Santa Maria in Aracoeli Anno: 1886 ca Fotografo: (?) Fonte: Raccolta Futouring Aggiunta da Fabrizio Antonelli
Certo c’è poco da dire: dapprima ci fu il furor demolitionis della Roma di fine ‘800, anticlericale, iperlaica, poi la smania da piccone di Mussolini; qui è sparito un intero quartiere con la piazza Montanara e tutto il quartiere che come quinta scenografica si arrampicava sul Campidoglio, poi la distruzione del chiostro dell’Aracoeli, ma anche di quello di S. Maria della Concezione nell’attuale Via Vittorio Veneto; poi la frenesia da abbattimento del fascismo: tutta la fila di edifici dove ora sorge la tanto grande quanto esagerata struttura dell’Ara Pacis di Meier, edifici che costeggiavano tutto quel tratto di lungotevere, per non parlare del Palazzo Valdambrini, idem distrutto, poi il Teatro del Correa oppure l’isolato a Piazza Venezia con tutta la chiesa di S. Venanzio, poi la Spina di Borgo. Mi indigna come italiano e mi fa sinceramente male pensare a quante opere d’arte sono andate perdute nel nostro paese, davvero unico al mondo per la sua eccezionale concentrazione di bellezze artistiche, di cui molte ormai irrecuperabili. Si pensi a come era Santa Chiara a Napoli o all’Archivio di Stato di Napoli deliberatamente distrutto, evidentemente per invidia per la nostra ricchezza storica, dai tedeschi, a San Paolo Belsito e così via molti altri esempi, come il centro murattiano di Bari letteralmente saccheggiato e imbruttito dagli stessi baresi con la speculazione edilizia degli anni ’60 e ’70. Insomma è come ledere la nostra cultura, cioè la nostra identità di italiani. Talvolta mi chiedo se siamo davvero consapevoli di essa e del patrimonio che la rappresenta. Grazie
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Certo c’è poco da dire: dapprima ci fu il furor demolitionis della Roma di fine ‘800, anticlericale, iperlaica, poi la smania da piccone di Mussolini; qui è sparito un intero quartiere con la piazza Montanara e tutto il quartiere che come quinta scenografica si arrampicava sul Campidoglio, poi la distruzione del chiostro dell’Aracoeli, ma anche di quello di S. Maria della Concezione nell’attuale Via Vittorio Veneto; poi la frenesia da abbattimento del fascismo: tutta la fila di edifici dove ora sorge la tanto grande quanto esagerata struttura dell’Ara Pacis di Meier, edifici che costeggiavano tutto quel tratto di lungotevere, per non parlare del Palazzo Valdambrini, idem distrutto, poi il Teatro del Correa oppure l’isolato a Piazza Venezia con tutta la chiesa di S. Venanzio, poi la Spina di Borgo. Mi indigna come italiano e mi fa sinceramente male pensare a quante opere d’arte sono andate perdute nel nostro paese, davvero unico al mondo per la sua eccezionale concentrazione di bellezze artistiche, di cui molte ormai irrecuperabili. Si pensi a come era Santa Chiara a Napoli o all’Archivio di Stato di Napoli deliberatamente distrutto, evidentemente per invidia per la nostra ricchezza storica, dai tedeschi, a San Paolo Belsito e così via molti altri esempi, come il centro murattiano di Bari letteralmente saccheggiato e imbruttito dagli stessi baresi con la speculazione edilizia degli anni ’60 e ’70. Insomma è come ledere la nostra cultura, cioè la nostra identità di italiani. Talvolta mi chiedo se siamo davvero consapevoli di essa e del patrimonio che la rappresenta. Grazie