Descrizione: Bambini che giocano per strada all’angolo tra via Venezia e via Palermo Anno: 1940 ca. Fotografo: Giorgio Galeazzi Fonte: Archivio personale Aggiunta da Carlo Galeazzi
Che bello poter giocare per strada…la strada come la rua casa e la possibilità di avere gli amici e di crescere con l’autoeducazione attraverso il gioco…
Non rimpiangerei molto quei tempi. Chiedete a chi se li ricorda… Fame, miseria, guerra, leggi razziali, serve altro? Certo si poteva giocare per strada… Ma spesso a stomaco vuoto o quasi e spesso a piedi scalzi…
La visione è apparentemente idilliaca ma subito a destra della foto, non inquadrato, c’è il portone del n.18 di via Venezia. All’epoca di questa foto ci abitava Manlio Gelsomini, studente in medicina e atleta. Gelsomini era un campione nella corsa, e diventò anche un bravo medico. Durante l’occupazione tedesca, fece la scelta di opporre resistenza all’invasore. Arrestato, venne trucidato alle Fosse Ardeatine. Una lapide a fianco del portone oggi lo ricorda.
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Che bello poter giocare per strada…la strada come la rua casa e la possibilità di avere gli amici e di crescere con l’autoeducazione attraverso il gioco…
Ma era proprio la mia Roma ?????
Proprio la Roma che avete rovinato!
Che traffico…..ma era appena scoppiata la guerra? Non gira un’anima.
In quei tempi il traffico non esisteva
Non rimpiangerei molto quei tempi. Chiedete a chi se li ricorda… Fame, miseria, guerra, leggi razziali, serve altro? Certo si poteva giocare per strada… Ma spesso a stomaco vuoto o quasi e spesso a piedi scalzi…
vorrei tornare a quei tempi anche a stomaco vuoto….
La miseria fa bene alla gente :)
La visione è apparentemente idilliaca ma subito a destra della foto, non inquadrato, c’è il portone del n.18 di via Venezia. All’epoca di questa foto ci abitava Manlio Gelsomini, studente in medicina e atleta.
Gelsomini era un campione nella corsa, e diventò anche un bravo medico. Durante l’occupazione tedesca, fece la scelta di opporre resistenza all’invasore. Arrestato, venne trucidato alle Fosse Ardeatine.
Una lapide a fianco del portone oggi lo ricorda.