Descrizione: Mulino al Tevere ancorato all’Isola Tiberina, sullo sfondo una veduta del Gianicolo oltre gli edifici di Trastevere Anno: 1870 Fotografo: Eugenio Chauffourier Fonte: Museo di Roma Aggiunta da Remia Marcello
I mulini erano formati da due zattere: la più grande, vicina alla riva, ospitava le macine in una casetta, spesso sormontata da una croce (proprio come in questa foto). Tra le zattere, ancorate a riva da catene, c’era la ruota a pale. Vi lavoravano di solito quattro persone: due che portavano la farina, un addetto alla mola, che faceva anche lavori di riparazione, un garzone. La corporazione dei mugnai aveva sede nella chiesa di S . Bartolomeo.
In passato lungo il Tevere, soprattutto all’altezza dell’Isola Tiberina, le mole abbondavano. La toponomastica Romana le ricorda ancora in alcuni casi, come ad esempio Via della Mola dei Fiorentini.
Durante le piene, le mole (ce n’erano una quindicina da Ripetta al ponte Rotto), insieme a quanto altro si riversava naturalmente, sconsideratamente e imprevidentemente nel fiume, erano di forte ostacolo al defluire delle acque impetuose, che addirittura le smembravano!
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Mulino funzionante ad energia rinnovabile….ai capito si ….bellissimo
Ancora non era stato costruito Ponte Garibaldi!!!!
Mancano ancora i muraglioni.
foto eccezionale
Straordinaria…
I mulini erano formati da due zattere: la più grande, vicina alla riva, ospitava le macine in una casetta, spesso sormontata da una croce (proprio come in questa foto). Tra le zattere, ancorate a riva da catene, c’era la ruota a pale. Vi lavoravano di solito quattro persone: due che portavano la farina, un addetto alla mola, che faceva anche lavori di riparazione, un garzone. La corporazione dei mugnai aveva sede nella chiesa di S . Bartolomeo.
Bellissimaa!
Questa foto mi è sempre piaciuta ?
Chiedete a banderas
In passato lungo il Tevere, soprattutto all’altezza dell’Isola Tiberina, le mole abbondavano. La toponomastica Romana le ricorda ancora in alcuni casi, come ad esempio Via della Mola dei Fiorentini.
Durante le piene, le mole (ce n’erano una quindicina da Ripetta al ponte Rotto), insieme a quanto altro si riversava naturalmente, sconsideratamente e imprevidentemente nel fiume, erano di forte ostacolo al defluire delle acque impetuose, che addirittura le smembravano!