Era ‘na tipica carozza da piazza a un cavallo e ‘sta parola è un francesismo che se pronuncia “buat” che “scatola” vò dì: ve ricordate l’espressione napoletana “buatte ‘e pummarola”? ‘Sto nome fu in pratica affibbiato da li militari francesi lì pe’ lì, de stanza a Roma a metà dell’800, co’r significato de minimezza perché trovavano quelle carozzelle romane d’estrema piccolezza. Er conducente in caso de vento o pioggia forte azionava la cerniera chiudenno er soffietto e la botticella se trasformava in bomboniera e, dice la canzone,” er cavallo sa’ dove deve annà quanno c’è ‘na coppia”: la botticella diventa così culla o alcova perché lì dentro l’amore… scoppia!
Anch’io luigi la penso come te, questo carro una volta portava il vino porta porta, come si usavano da noi a Cesena le donne di campagna, portavano il latte in centro a porta porta.
Questo carretto portava 10 barili di vino da le cantine dei “vignaroli” alle osterie,partiva da i castelli (Frascati ,Marino ecc: ) la notte e arrivava a Roma il primo mattina e ritornava in gionata caricava e ripartiva,Il mantice serviva per ripararlo dall’intemperie.al museo di Roma c’e’ il caretto.
Vero, i barili contenevano 50 litri e, quasi sempre, il carretto era seguito da un cagnetto che camminava sotto il carretto stesso, di solito era un volpino. Il carrettiere, accanto a se, aveva sempre un bariletto da 5 litri: la “cupella”, per ristorarsi durante il viaggio. Sono stati in funzione fino ai primi anni 50.
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Visto oggi al museo delle arti e tradizioni popolari, all’EUR: consiglio di andarci!
LA BOTTICELLA
Era ‘na tipica carozza da piazza a un cavallo e ‘sta parola
è un francesismo che se pronuncia “buat” che “scatola” vò dì:
ve ricordate l’espressione napoletana “buatte ‘e pummarola”?
‘Sto nome fu in pratica affibbiato da li militari francesi lì pe’ lì,
de stanza a Roma a metà dell’800, co’r significato de minimezza
perché trovavano quelle carozzelle romane d’estrema piccolezza.
Er conducente in caso de vento o pioggia forte azionava la cerniera
chiudenno er soffietto e la botticella se trasformava in bomboniera
e, dice la canzone,” er cavallo sa’ dove deve annà quanno c’è ‘na coppia”:
la botticella diventa così culla o alcova perché lì dentro l’amore… scoppia!
La “botticella è la carrozza da piazza ancora in servizio.
E’ un caretto a vino dei castelli.la barozza e la botticella sono altri veicoli
Leggi Er Deserto di G. Gioacchino Belli, le ultime righe…
Anch’io luigi la penso come te, questo carro una volta portava il vino porta porta, come si usavano da noi a Cesena le donne di campagna, portavano il latte in centro a porta porta.
Questo carretto portava 10 barili di vino da le cantine dei “vignaroli” alle osterie,partiva da i castelli (Frascati ,Marino ecc: ) la notte e arrivava a Roma il primo mattina e ritornava in gionata caricava e ripartiva,Il mantice serviva per ripararlo dall’intemperie.al museo di Roma c’e’ il caretto.
Vero, i barili contenevano 50 litri e, quasi sempre, il carretto era seguito da un cagnetto che camminava sotto il carretto stesso, di solito era un volpino. Il carrettiere, accanto a se, aveva sempre un bariletto da 5 litri: la “cupella”, per ristorarsi durante il viaggio. Sono stati in funzione fino ai primi anni 50.
Er carettino a vino.-
Bellissimo!???
Mio nonno aveva il carretto ed andava a vendere il vino a Roma…da MonteporzioCatone
Stupendo!
bella!!
Paszkowski?
???
Birrificio di Firenze, fondato da un polacco
Infatti cognome mi suonava famigliare.