qui c’è ancora il piano di calpestio altissimo che ha diviso per secoli in due l’altezza della grande aula, prima per farne un convento e poi una caserma.Tramezzo abbattuto negli anni 30,quando fu richiuso anche l’oculo
Il convento era quello di S. Caterina a Magnanapoli, che riceveva anche le figlie nubili e nobili delle famiglie romane. Dovevano portare la dote per essere accettate in convento, In un caso sia madre che figlia abitarono nel convento da monache.
Il convento relativo al primo commento era quello di S. Caterina a Magnanapoli, che riceveva e accettava anche le figlie nubili e nobili della società romana, tutte dovevano portare una dote cospicua, le famiglie si indebitavano per poter pagare il convento. Alcune figlie, nobili monache, avevano la propria servitù in convento. In un caso una madre e una figlia furono ospiti monache della clausura domenicana.
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qui c’è ancora il piano di calpestio altissimo che ha diviso per secoli in due l’altezza della grande aula, prima per farne un convento e poi una caserma.Tramezzo abbattuto negli anni 30,quando fu richiuso anche l’oculo
In fondo si vedono i tetti degli edifici costruiti sul mercato , cioè il quartiere alessandrino, con in fondo il Palatino.
Il convento era quello di S. Caterina a Magnanapoli, che riceveva anche le figlie nubili e nobili delle famiglie romane. Dovevano portare la dote per essere accettate in convento, In un caso sia madre che figlia abitarono nel convento da monache.
Il convento relativo al primo commento era quello di S. Caterina a Magnanapoli, che riceveva e accettava anche le figlie nubili e nobili della società romana, tutte dovevano portare una dote cospicua, le famiglie si indebitavano per poter pagare il convento. Alcune figlie, nobili monache, avevano la propria servitù in convento. In un caso una madre e una figlia furono ospiti monache della clausura domenicana.