Massimo Castelli bhe’ poverini ci hanno rimesso la pelle diversi poveri ignari cittadini…tutti quelli che non sapevano dove scappare …il nostro quartiere Italia a causa della vicinanza con lo scalo Tiburtino e San Lorenzo era diventato un obbiettivo sensibile …e durante il periodo luglio1943 e marzo 1944 si era svuotoato …chi poteva ovviamente per sfuggire ai bombardamenti ritornava al paesello….
Cristina Di Domenico Infatti… in quel palazzo viveva anche un ragazzo ebreo che fu ucciso nelle Fosse Ardeatine ..
Marcello Capitani Ho visto le bombe che colpirono il palazzone. Abitavo in via cremona 71 angolo via catania al 9° piano, avevo 11 anni e dalla strada vedevamo arrivare i B29 e lo sgancio delle bombe incatenete, brillavano riflettendo al sole e dopo un paio di secondi fuggivamo al rifugio (le antine del palazzo); ancora sento il fischio e l’esplosioni.
Massimo Castelli Pensa che a Roma ,racconta un certo Peter Tompkins nel suo libro “Una spia a Roma”, il servizio segreto USA l’OSS,…..raccoglieva informazioni militari tramite i cittadini romani che collaboravano con loro.In questo caso si puo’ dire…che i collaboratori residenti al III Municipio ,quartiere Italia , spiando i movimenti dei transiti militari Tedeschi alla Staz. Tiburtina…se siano tirati da soli sulla capoccia le bombe Alleate!!!…..(episodio riferitomi circa 20 anni fa’ da alcuni ex resistenti del quartiere). Forse pero’ ,speravano in una mira migliore.
Massimo Castelli Grazie sig. Mario della testimonianza.E’ stupefacente vedere come una foto suscita, rievoca i ricordi!Simona Giordano l’edificio bombardato del II lotto era la palazzina G che venne poi ricostruita con l’ingresso su via eleonora d’arborea anzichè dentro il lotto. Mia nonna e i suoi dodici figli vivevano alla palazzina D, dove vivo tutt’ora io, credo si fossero rifugiati nelle cantine che venivano usate come rifugi, una volta usciti la sorpresa…
Massimo Castelli lo stesso giorno del bombardamento oltre al palazzo del sole fu colpita la palazzina C del portiere al Lotto I in via Adalberto 6…questo ingresso fu cancellato insieme alla palazzina C poi ricostruita.Infatti ora Via adalberto 6 non es
questo ingresso fu cancellato insieme alla palazzina C poi ricostruita.Infatti ora Via adalberto 6 non esiste piu’…nella ricostruzione , per errore chiusero il muro di cinta e scomparve l’entrata al civico 6.Vedete questo articolo del Messaggero del giorno dopo dove c’e una foto con una donna che piange i suoi cari sopra le macerie di detta palazzina: http://www.facebook.com/photo.php?pid=30584741&op=12&o=global&view=global&subj=236450386731&id=1188701975
Fabrizio Magrelli Buona parte della mia vita l’ho passata da quelle parti, abitavo al 1i via Lega Lombarda e mio padre aveva un negozio di alimentari a piazzale delle province (il Sor Aldo, chissà se qualcuno se lo ricorda) ma non sapevo nulla della storia di questo palazzo.
Luciano Lambiase gente che brividi…vedo solo ora questa foto e mi vengono le lacrime…il palazzo che vedete dietro è il 37, dove sono nato il 1 gennaio 1945…mia madre abita ancora lì…io manco da roma da molti anni e rivedere queste foto mi fa un’impressione immensa…
Luciano Lambiase mi ricordo bene il sor Aldo; il negozio era all’incrocio con viale Ippocrate e pane e pizza erano favolose….
Marco Ganassi MIo padre abitava al palazzo accanto.Mi raccontava che in terrazzo era posizionata una mitragliatrice contraerea. Dopo pochi giorni mio padre si trasferì in Emilia per sfuggire ai bombardamenti e tornò a Roma nel ’45. Io sono nato in quella zona, a Via Teodorico, che emozione vedere questa foto e immaginare cosa passarono allora i nostri cari…grazie per questa testimonianza visiva27 luglio 2010 alle ore 22.09 · Mi piaceMichela d’Adamo POVERETT! Meno male che erano “alleati”…
Massimo Castelli per gli amici di face book …dal Giornale d’Italia del 15 o 16 marzo 1944: “In via della Lega Lombarda una bomba di grosso calibro e’ caduta all’interno di un grande cortile. I palazzi adiacenti N. 7,9,11 e 13 sono rimasti gravemente lesionati.Gli edifici segnati col N. 43 e 45 invece sono stati colpiti in pieno e semidistrutti.Finora sono stati accertati 21 morti e 30 feriti tra i quali risultano Micelina Lucidi, Avv. De Angelis, Giuseppina Pirani, tra i morti v’e’ Gaetano di Rocco. E’ rimasta ferita anche la piccola Anna Maria Calvi di un anno, salvata audacemente dal gregario dell’UMPA (unita’ di protezione antiaerea), Rella.”correggo UNPA
Luciano Lambiase Un ricordo di mia madre Spartina Squarscetta, classe 1922; nel prossimo 2012 faranno settanta anni da che è andata ad abitare a via della Lega Lombarda : VIA DELLA LEGA LOMBARDA ,C’ERA UNA VOLTA….. Dal 1942 anno del mio matrimonio, ho abitato in via della Lega Lombarda 37. Era ed è una via corta; inizia a Piazzale delle Province e termina a Piazzale delle Crociate. Solo lungo il lato sinistro della strada c’erano tre palazzi del costruttore “DE Angelis” che aveva adibito i negozi in uffici assistenziali. L’ingresso di un garage e un giardino dividono le costruzioni suddette dal mastodontico complesso architettonico costruito durante il fascismo per i dipendenti dell’ATAC e da noi soprannominate “case popolari dei tranvieri” . Il lato sinistro terminava con il deposito dei tram, anche quella una costruzione imponente. Nella parte destra destra c’era un’altura a mo’ di collinetta, ricoperta da vegetazione che arrivava fino a viale della Regina Margherita dove si apriva una grande grotta abitata da una pecoraia con pecore, mucche,agnellini, conigli, pollame, cani,gatti, topi ed insetti di ogni genere. Il sudiciume era incalcolabile ma la fame sovrastava tutto. Basti pensare che i secchi pieni di latte accantonati per la vendita erano gli abbeveratoi di tutti gli animaliDa lei tutta la zona andava a comperare latte, burro, pollame, conigli, piccioni ed uova senza tessera.Oggi è diventata una strada tra le più trafficate della zona e lo sarà ancor di più quando saranno terminati i lavori della stazione Tiburtina
ROMA SPARITA gli americani nel ’43 erano nostri nemici, e llo sono stati fino all’8 settembre del 43, quando l’Italia firma l’armistizio. Quindi i bombardamenti su Roma, almeno i primi (19 luglio, e agosto ’43), erano bombardamenti contro un paese nemico. Ce ne sono stati altri anche dopo l’8 settembre e nei primi mesi del ’44, un pò meno disastrosi,perchè Roma era comunque occupata dal nemico, i Tedeschi. @Luciano: grazie per il bellissimo racconto di tua madre ! Lucia
Luciano Lambiase @Lucia:mia mamma ancora una volta mi ha confermato che nessuno sapeva che il palazzo delle case popolari bombardato si chiamasse Palazzo del Sole(nemmeni io, nel mio piccolo, l’ho mai saputo pur essendoci stato dalla nascita, 45 alla fine degli anni 70); lei le chiamva “case dei tranvieri” e, nel dopoguerra “i lotti”. che esistesse questa collinetta abbastanza pronunciata, da via della lega lombarda a viale regina margherita lo dimostra, oltre il fatto che viale ippocrate è in salita, anche il fatto che a metà circa, sulla sx, c’era (e mi dicono c’è ancora) una pizzeria per arrivare alla quale bisognava salire un bel numero di scalini.
Massimo Castelli @Luciano L.& Lucia P,S. Giordano….dal libro autobiografico di Armando Buratti scrittore e pittore “il professore” 1981, che descrive il quartiere Italia verso la fine degli anni 20: “La famiglia lascio’ S. Lorenzo per trasferirsi a Portonaccio.Qui, distanziato dall’ultima periferia, era stato costruito un intero quartiere popolare composto da sei lotti di case. Ogni lotto era cintato,come un castello feudale, da un muro.A nord una piccola chiesa in legno (era una baracca ex militare risalente a primi del 900) segnava il limite el quartiere, oltre si stendevano la linea della ferrovia e la campagna libera,meta gionaliera nelle giornate non piovose, dei ragazzi piu’ grandi. A sud una vasta area di prati delineava il cerchio perimetrale del cimitero,ch sorgeva affiancato al vecchio quartiere S. Lorenzo. A ovest vi era un rialzo del terreno che tutti chiamavano “la montagnola” (ancora oggi si chiama cosi’) con prati poco erbosi e una fila di alberi stenti proprio sul crinale.A sinistra della montagnola il comune aveva fatto costruire una scuola in legno tinteggiata di verde pastello, che ospitava le cinque classi elementari.Oltre ancora, dopo vasti prati ed acquitrini e canneti, si stendeva il quartiere Italia, quello degli impiegati.Tra i quartieri S. Lorenzo e Italia si elevava una fila di collinette coltivate a ortaggi che le donne frequentavao per rifornirsi di verdure fresche a buon mercato.”
Mario Botti Caro Massimo, il fosso sotto via Lanciani era formato dall’ acqua piovana che scendeva dai cosiddetti monti tiburtini e da via Lanciani stessa che allora ancora non esisteva, ovvero, esisteva solo fino a via Stamira. Il “fosso” come tu lo chiami, noi ragazzini lo chiamavamo il “lago della morte” perche’ evidentemente qualche ragazzino vi era affogato. Anni tra il 1935-42.
Massimo Castelli Caro Mario, ora mi ricordo che nel libro di A. Buratti al passo che descrive il bagno della domenica mattina al “fosso”di via lanciani…parla proprio di un incidente mortale di un bagnante…un bambino affogato …credo che il periodo era primo della guerra anni fine 30′
La bimba Anna Maria Calvi di un anno è mia cugina. Si è salvata perché un attaccapanni da muro le ha fatto da capanna salvandola dai muri che cadevano. Invece mio nonno Augusto è morto in quel bombardamento.
Abitavo in Via Catania 71/B. Ho visto, dal balcone, centinaia di aerei che hanno bombardato S. Lorenzo il19 luglio 1943. Subito dopo passavano per via Catania camion pieni di feriti ammucchiati come carne da macello che si recavano al Policlinico. Come tutti, durante i bombardamenti, ci recavamo nelle cantine del palazzo. nel palazzo del Sole ci abitava una famiglia nostra amica. Ancora oggi sento i brividi nel ricordare il rumore delle bombe; è indescrivibile. Io avevo 7 anni; è una cosa da non provare mai più.
Il tuo contributo ci permetterà di investire nello sviluppo di questa iniziativa ed in questo modo il nostro progetto potrà essere migliore anche grazie a te.
Massimo Castelli
bhe’ poverini ci hanno rimesso la pelle diversi poveri ignari cittadini…tutti quelli che non sapevano dove scappare …il nostro quartiere Italia a causa della vicinanza con lo scalo Tiburtino e San Lorenzo era diventato un obbiettivo sensibile …e durante il periodo luglio1943 e marzo 1944 si era svuotoato …chi poteva ovviamente per
sfuggire ai bombardamenti ritornava al paesello….
Cristina Di Domenico
Infatti… in quel palazzo viveva anche un ragazzo ebreo che fu ucciso nelle Fosse Ardeatine ..
Marcello Capitani
Ho visto le bombe che colpirono il palazzone. Abitavo in via cremona 71 angolo via catania al 9° piano, avevo 11 anni e dalla strada vedevamo arrivare i B29 e lo sgancio delle bombe incatenete, brillavano riflettendo al sole e dopo un paio di secondi fuggivamo al rifugio (le antine del palazzo); ancora sento il fischio e l’esplosioni.
Massimo Castelli
Pensa che a Roma ,racconta un certo Peter Tompkins nel suo libro “Una spia a Roma”, il servizio segreto USA l’OSS,…..raccoglieva informazioni militari tramite i cittadini romani che collaboravano con loro.In questo caso si puo’ dire…che i collaboratori residenti al III Municipio ,quartiere Italia , spiando i movimenti dei transiti militari Tedeschi alla Staz. Tiburtina…se siano tirati da soli sulla capoccia le bombe Alleate!!!…..(episodio riferitomi circa 20 anni fa’ da alcuni ex resistenti del quartiere). Forse pero’ ,speravano in una mira migliore.
Massimo Castelli
Grazie sig. Mario della testimonianza.E’ stupefacente vedere come una foto suscita, rievoca i ricordi!Simona Giordano l’edificio bombardato del II lotto era la palazzina G che venne poi ricostruita con l’ingresso su via eleonora d’arborea anzichè dentro il lotto. Mia nonna e i suoi dodici figli vivevano alla palazzina D, dove vivo tutt’ora io, credo si fossero rifugiati nelle cantine che venivano usate come rifugi, una volta usciti la sorpresa…
Massimo Castelli
lo stesso giorno del bombardamento oltre al palazzo del sole fu colpita la palazzina C del portiere al Lotto I in via Adalberto 6…questo ingresso fu cancellato insieme alla palazzina C poi ricostruita.Infatti ora Via adalberto 6 non es
questo ingresso fu cancellato insieme alla palazzina C poi ricostruita.Infatti ora Via adalberto 6 non esiste piu’…nella ricostruzione , per errore chiusero il muro di cinta e scomparve l’entrata al civico 6.Vedete questo articolo del Messaggero del giorno dopo dove c’e una foto con una donna che piange i suoi cari sopra le macerie di detta palazzina:
http://www.facebook.com/photo.php?pid=30584741&op=12&o=global&view=global&subj=236450386731&id=1188701975
Fabrizio Magrelli
Buona parte della mia vita l’ho passata da quelle parti, abitavo al 1i via Lega Lombarda e mio padre aveva un negozio di alimentari a piazzale delle province (il Sor Aldo, chissà se qualcuno se lo ricorda) ma non sapevo nulla della storia di questo palazzo.
Luciano Lambiase
gente che brividi…vedo solo ora questa foto e mi vengono le lacrime…il palazzo che vedete dietro è il 37, dove sono nato il 1 gennaio 1945…mia madre abita ancora lì…io manco da roma da molti anni e rivedere queste foto mi fa un’impressione immensa…
Luciano Lambiase
mi ricordo bene il sor Aldo; il negozio era all’incrocio con viale Ippocrate e pane e pizza erano favolose….
Marco Ganassi
MIo padre abitava al palazzo accanto.Mi raccontava che in terrazzo era posizionata una mitragliatrice contraerea. Dopo pochi giorni mio padre si trasferì in Emilia per sfuggire ai bombardamenti e tornò a Roma nel ’45. Io sono nato in quella zona, a Via Teodorico, che emozione vedere questa foto e immaginare cosa passarono allora i nostri cari…grazie per questa testimonianza visiva27 luglio 2010 alle ore 22.09 · Mi piaceMichela d’Adamo POVERETT! Meno male che erano “alleati”…
Massimo Castelli per gli amici di face book …dal Giornale d’Italia del 15 o 16 marzo 1944:
“In via della Lega Lombarda una bomba di grosso calibro e’ caduta
all’interno di un grande cortile. I palazzi adiacenti N. 7,9,11 e 13
sono rimasti gravemente lesionati.Gli edifici segnati col N. 43 e 45 invece sono stati colpiti in pieno e semidistrutti.Finora sono stati accertati 21 morti e 30 feriti tra i quali risultano Micelina Lucidi, Avv. De Angelis, Giuseppina Pirani, tra i morti v’e’ Gaetano di Rocco. E’ rimasta ferita anche la piccola Anna Maria Calvi di un anno, salvata audacemente dal gregario dell’UMPA (unita’ di protezione antiaerea), Rella.”correggo UNPA
Luciano Lambiase
Un ricordo di mia madre Spartina Squarscetta, classe 1922; nel prossimo 2012 faranno settanta anni da che è andata ad abitare a via della Lega Lombarda :
VIA DELLA LEGA LOMBARDA ,C’ERA UNA VOLTA….. Dal 1942 anno del mio matrimonio, ho abitato in via della Lega Lombarda 37. Era ed è una via corta; inizia a Piazzale delle Province e termina a Piazzale delle Crociate. Solo lungo il lato sinistro della strada c’erano tre palazzi del costruttore “DE Angelis” che aveva adibito i negozi in uffici assistenziali. L’ingresso di un garage e un giardino dividono le costruzioni suddette dal mastodontico complesso architettonico costruito durante il fascismo per i dipendenti dell’ATAC e da noi soprannominate “case popolari dei tranvieri” . Il lato sinistro terminava con il deposito dei tram, anche quella una costruzione imponente.
Nella parte destra destra c’era un’altura a mo’ di collinetta, ricoperta da vegetazione che arrivava fino a viale della Regina Margherita dove si apriva una grande grotta abitata da una pecoraia con pecore, mucche,agnellini, conigli, pollame, cani,gatti, topi ed insetti di ogni genere. Il sudiciume era incalcolabile ma la fame sovrastava tutto. Basti pensare che i secchi pieni di latte accantonati per la vendita erano gli abbeveratoi di tutti gli animaliDa lei tutta la zona andava a comperare latte, burro, pollame, conigli, piccioni ed uova senza tessera.Oggi è diventata una strada tra le più trafficate della zona e lo sarà ancor di più quando saranno terminati i lavori della stazione Tiburtina
ROMA SPARITA
gli americani nel ’43 erano nostri nemici, e llo sono stati fino all’8 settembre del 43, quando l’Italia firma l’armistizio. Quindi i bombardamenti su Roma, almeno i primi (19 luglio, e agosto ’43), erano bombardamenti contro un paese nemico. Ce ne sono stati altri anche dopo l’8 settembre e nei primi mesi del ’44, un pò meno disastrosi,perchè Roma era comunque occupata dal nemico, i Tedeschi.
@Luciano: grazie per il bellissimo racconto di tua madre !
Lucia
Luciano Lambiase
@Lucia:mia mamma ancora una volta mi ha confermato che nessuno sapeva che il palazzo delle case popolari bombardato si chiamasse Palazzo del Sole(nemmeni io, nel mio piccolo, l’ho mai saputo pur essendoci stato dalla nascita, 45 alla fine degli anni 70); lei le chiamva “case dei tranvieri” e, nel dopoguerra “i lotti”. che esistesse questa collinetta abbastanza pronunciata, da via della lega lombarda a viale regina margherita lo dimostra, oltre il fatto che viale ippocrate è in salita, anche il fatto che a metà circa, sulla sx, c’era (e mi dicono c’è ancora) una pizzeria per arrivare alla quale bisognava salire un bel numero di scalini.
Massimo Castelli
@Luciano L.& Lucia P,S. Giordano….dal libro autobiografico di Armando Buratti scrittore e pittore “il professore” 1981, che descrive il quartiere Italia verso la fine degli anni 20: “La famiglia lascio’ S. Lorenzo per trasferirsi a Portonaccio.Qui, distanziato dall’ultima periferia, era stato costruito un intero quartiere popolare composto da sei lotti di case. Ogni lotto era cintato,come un castello feudale, da un muro.A nord una piccola chiesa in legno (era una baracca ex militare risalente a primi del 900) segnava il limite el quartiere, oltre si stendevano la linea della ferrovia e la campagna libera,meta gionaliera nelle giornate non piovose, dei ragazzi piu’ grandi. A sud una vasta area di prati delineava il cerchio perimetrale del cimitero,ch sorgeva affiancato al vecchio quartiere S. Lorenzo. A ovest vi era un rialzo del terreno che tutti chiamavano “la montagnola” (ancora oggi si chiama cosi’) con prati poco erbosi e una fila di alberi stenti proprio sul crinale.A sinistra della montagnola il comune aveva fatto costruire una scuola in legno tinteggiata di verde pastello, che ospitava le cinque classi elementari.Oltre ancora, dopo vasti prati ed acquitrini e canneti, si stendeva il quartiere Italia, quello degli impiegati.Tra i quartieri S. Lorenzo e Italia si elevava una fila di collinette coltivate a ortaggi che le donne frequentavao per rifornirsi di verdure fresche a buon mercato.”
Mario Botti
Caro Massimo, il fosso sotto via Lanciani era formato dall’ acqua piovana che scendeva dai cosiddetti monti tiburtini e da via Lanciani stessa che allora ancora non esisteva, ovvero, esisteva solo fino a via Stamira. Il “fosso” come tu lo chiami, noi ragazzini lo chiamavamo il “lago della morte” perche’ evidentemente qualche ragazzino vi era affogato. Anni tra il 1935-42.
Massimo Castelli
Caro Mario, ora mi ricordo che nel libro di A. Buratti al passo che descrive il bagno della domenica mattina al “fosso”di via lanciani…parla proprio di un incidente mortale di un bagnante…un bambino affogato …credo che il periodo era primo della guerra anni fine 30′
Ci andavamo a pescare le ranocchie!!
La bimba Anna Maria Calvi di un anno è mia cugina. Si è salvata perché un attaccapanni da muro le ha fatto da capanna salvandola dai muri che cadevano. Invece mio nonno Augusto è morto in quel bombardamento.
Abitavo in Via Catania 71/B. Ho visto, dal balcone, centinaia di aerei che hanno bombardato S. Lorenzo il19 luglio 1943. Subito dopo passavano per via Catania camion pieni di feriti ammucchiati come carne da macello che si recavano al Policlinico. Come tutti, durante i bombardamenti, ci recavamo nelle cantine del palazzo. nel palazzo del Sole ci abitava una famiglia nostra amica. Ancora oggi sento i brividi nel ricordare il rumore delle bombe; è indescrivibile. Io avevo 7 anni; è una cosa da non provare mai più.