Via Appia Nuova
L’estate scorsa, nel leggere “Quartieri di Roma”, precisamente il mio quartiere, mi e venuta la fantasia di andare a vedere le varie “curiosità” che segnalava il libro, cosi una domenica mattina, alle 7.30 già la temperatura era alta, ho preso la mia vespa e sono andato a verificare quanto era scritto nel libro. Partendo da piazzale Appio dove si congiungono v. Magna Grecia – v. La Spezia – v. Appia Nuova, intorno al piazzale tutti gli edifici sono degli anni venti sulla dx (spalle alla porta) fu demolito l’edificio dove c’era il cinema Massimo (anni 60) per costruire (credo alla fine degli anni 70) i magazzini “Coin”. Al civico 66 della v. Appia sorgeva il cinema Appio, che tutti credo ricorderanno…mentre al civico 166/167 (dove c’è la profumeria Gardenia) sopra al portone, tra un piano e l’altro c’è una scritta in latino “DOMUS MEA TIBI PATET”. Venti metri dopo si arriva a p.zza Re di Roma. Girando a dx v. Albalonga dove all’angolo con v. Ceneda c’è una palazzina ad angolo il cui portone d’ingresso, sotto ad un balcone angolare e ornato da ragni al centro delle proprie ragnatele in stucco. La cornice soprastante presenta un motivo di api e sul marcapiano una scritta “UMBERTO CAPROLI FIDE ET LABORE PERFECIT FUNDAMENTIS 1928”. Sull’edificio di fronte al civico 21 (sul lato della gelateria POMPI) troviamo una lapide in memoria di Armando Ottaviano caduto alle Fosse Ardeatine. Salendo su per via Ceneda al 26 sorge la scuola “l. Pirandello” al 46 sopravvive un villino dei primi del 1900, che si distingue per la sua eleganza distinguendosi dagli edifici più moderni. In via Astura 3 un complesso edilizio un bel cortile con al centro una bella fontana a “fuso”.
In v. Cerveteri sorge un grande edificio scolastico costruito negli anni trenta dove ha sede Ist. Magistrale “Teresa Confalonieri”. Su via Ardea una edicola marmorea raffigurante la “Madonna con il bambino Gesù”. In v. Magnagrecia sorge l’autorimessa e il mercato realizzato negli anni 56/57 da RiccardoMorandi , (Morandi realizzo il cavalcavia dell’Olimpica su C.so Francia). L’autorimessa ed il mercato fanno parte dello stesso complesso il primo e il secondo da parcheggio dove possono essere parcheggiate 600 auto, mentre al piano terra il mercato. Sempre su v. Magna Grecia al civico 20, quasi di fronte a Coin, un palazzo ad alta intensità abitativa, costruito nel 1949 da Angelo di Castro (che è l’autore della scuola israelitica a l.go Tevere Sanzio). Al civico 65 il palazzo reca il motto “SIA LA GIOCONDA LA SOSTA”
All’angolo con via Corfino un insegna segnala “un grattaccheccaro”. Chi non ricorda i tricicli che trasportavano colonne di ghiaccio, incartati con la tela di Juta fino agli anni 60? Proseguendo per via Corfino all’angolo con v. Sannio c’è un grande palazzo costruito da V. Ballo Morpugo nel regime fascista (1924) ed è una abitazione intensiva, sopra al portone è posto un rilievo a stucco che raffigura la Dea CERRERE accompagnata un cesto di frutta e spighe di grano, mentre su via Sannio il palazzo presenta un rilievo di “Dedalo e Icaro” e un altro con la personificazione femminile delle virtù del lavoro rappresentate da una ruota meccanica per il lavoro manuale e da un libro per quello intellettuale.
Man mano ci avviciniamo all’Alberone. V. Latina, affiancata da una serie di catacombe, subito fuori le mura c’è un indizio di catacombe presso il casale detto “Fienile Cartoni” (nei pressi di piazza Galeria) dove iniziava il cimitero dei SS. Epimaco e Gordiano, il primo martirizzato ad Alessandria d’Egitto mentre il secondo fu vittima delle persecuzioni di Giuliano l’Apostata. Venne alla luce un altro ingresso al cimitero nei pressi del ponte che scavalca la ferrovia (v. Latina).
All’angolo con v. Cilicia – all’altezza del semaforo – c’è un rudere senza tetto, resti di un antico mulino, da come si legge sul libro in funzione fino dieci anni fa. Inoltre nello stesso cortile, negli anni 70 c’era una sala di registrazione dove registravano i vecchi CAROSELLI…. Sempre su p.zza Galeria ci sono gli avanzi di due sepolcri e un canale dell’acquedotto che staccatosi dall’acqua marcia andava ad alimentare le Terme di Caracalla. Più avanti su via Latina, prima del ponte che scavalca la ferrovia, troviamo un altro sepolcro chiamato “Torre dell’Angelo” per via di una pittura che rappresenta L’Arcangelo Gabriele.
Più avanti, all’incrocio con via Lidia esiste e resiste ancora un vecchio pino, su v. Lidia al civico 44 c’era un bellissimo cinema, AIRONE, che poteva contenere circa 800 posti. All’epoca era una “prima visione di zona” e venne costruito da A.Libera, L. Calini, e E. Montuori dal 1953 al 1956.
V.Latina al civico 67 resta un grande portale con l’indicazione della famiglia del Vecchio proprietario della vigna e villa omonima. Al 69 l’ingresso di una piccola catacomba con accanto un colombario pagano.
Nel 1956 durante i lavori di una palazzina in via D. Compagni venne alla luce l’esistenza di una catacomba, si trattava di un ipogeo su due piani .
Siamo ora in v. C. Baronio dove sorge la chiesa S.G.B. De Rossi opera dell’Architetto Tullio Rossi edificata ne 1940. Di questa parrocchia mi ricordo la domenica mattina la messa e il pomeriggio il film “I viaggi di Gulliver” chi sa se esiste ancora la pellicola o se si sarà consumata a forza di proiettarla? Un’altra cosa che ricordo Don Marcello il parroco, e la visita di Papa Giovanni il 19 febbraio 1961. Di fronte alla chiesa all’ombra dei platani c’era un chiosco di gratta checche. All’angolo con via Latina, troviamo un’altra edicola con Madonna.
Nel 1980 durante gli scavi per l’asse stradale Cesare Baronio – P.zza dei Navigatori, venne alla luce un antica vasca romana. Ora saliamo su per v. L. Cibrario e a v. B. Varchi (incrocio v. Baccarini) un’edicola. A p.zza Camillo Re dove si può ammirare una bella immagine della Madonna mariana a mosaico al palazzo dei tranvieri (1958), che ricorda il centenario di Lourdes. All’angolo, di fronte al bar, c’era una pompa di benzina.
Altre tre edicole si trovano nei pressi di v. F. Ughelli e v. P. Colletta e un’altra a v. Giovio, la prima rappresenta il quadro della Madonna della Seggiola mentre la seconda La Madonna col Bambino.
Su Circonvallazione Appia al civico 45c è stato rinvenuto, durante i lavori di costruzione nel 1953 un arco dell’Acquedotto Antoniano.
Via G. Capponi il poligrafico dello stato che nonostante l’intero rifacimento, a mantenuto le mura perimetrali oggi sono cosiddetta archeologia industriale la stessa cosa per il muro esterno (v. Atto Vannucci) del vecchio deposito dove ancora si può notare una meridiana (sul lato che si affaccia su via T. Fortifiocca).
V. T. Fortifiocca che incrocia con v. C. Denina nel 1953 furono rinvenute nove tombe dell’eta Severiana (191-192 D.C.). Subito dopo l’incrocio con v. Vigna Fabbri che ricorda una antica vigna oggi scomparsa. Qui nel 1947 fu trovato un cippo con iscrizione.
Via Appia, nei pressi di v. Davila, sulla sx, due grandi casolari su cui è posta una edicola nel cui terreno si scorgono tracce delle immagini dipinte per la data posta su uno dei casali, 1880, consentono di dare una data all’edicola.
Più avanti Villa Lazzaroni prende il nome dalla famiglia che ne fu proprietaria. Al civico 450 troviamo il nuovissimo Centro Comm.le Happio, fino al 78 deposito della STEFER. Arriviamo piazza dell’Alberone. All’angolo con il bar una immagine della Madonna del divino Amore “A ricordo dell’incolumità di Roma” (4-5-1944)
Su via Appia, passata v. Gela, un’altra bella edicola mariana dedicata alla Mater Dolorosa visibile da una grata di ferro. Al 274 una targa ricorda don Orione che,su incarico di Pio X, aprì la sua prima cappella della zona. La chiesa di Ognissanti ultimata nel 1920 dall’architetto Costantino Sneider.
Alfredo Caruso
bella passeggiata su una Roma sparita n’artra vorta.Ma sai quante vorte ce la faranno sparì sotto l’occhi!!??Magari sotto un cumulo de monnezza….na vorta era la porvere d’a storia
Io nel ’51 abitavo lì. sull’appia con affaccio a via dei cessati spiriti. Case de sfollati diventate case per piccoli pappa e “cortigiane” avrebbero detto anticamente ,mentre noi le chiamavamo…….(amorevolmente). C’era er fontanone all’inizio della strada, la pizzeria Belvedere, la campagna e una tenuta agricola, i platani con i passere a cui tiravamo con le fionde e i pallini. IL gioco delle biglie , il monopattino fatto in casa,la nizza ed il pallone per strada e la sassaiola tra Palazzine Amministrazione Provinciale e Casette abusive,. Noi eravamo l’avamposto della nuova città,una specie di via Pal. Ma ci volevamo bene e nello scontro ci rispettavamo e ci salutavamo con piacere
Io sono nata nella camera da letto dei miei genitori in via Alfredo Baccarini 39. Era il 12 settembre 1952. Frequentai le elementari alla “Giuseppe Garibaldi”, ricordo ancora il nome della mia maestra, si chiamava Schettini, sarà morta da secoli….le volevo molto bene. Amavo tutto di quelle strade, ancora oggi, a 70 anni, il nome della via dove nacqui accelera i battiti del mio cuore. Tutto, dentro di me, è rimasto come lo ricordo: venderei l’anima per poter tornare a quell’età, rivedere le persone di allora, la fruttivendola in un microscopico negozietto, il bar di Salvatore sotto casa, rientrare e trovare mia madre ad aspettarmi, il mio amatissimo gatto di allora….La vita è crudele. Altro che “Alla ricerca del tempo perduto”….mi sento malissimo al solo ricordo dei miei primissimi anni. Tanto, nessuno me li restituirà.