Memorie di Flaminio Vacca, artista del ‘500


Memorie di Flaminio Vacca, artista del ‘500

“Al tempo di Paolo IV appresso San Vitale fu trovato un Tesoro nella vigna del Sig. Orazio Muti( il suo palazzo nella piazza, prima di salir la cordonata che porta al Campidoglio), e lo trovò un suo vignarolo, di gran quantità di Medaglie d’oro, e gioje di valore e si fuggì. Il detto Sig. Orazio , ed è a presente abitato dal Marchese Innocenzo Muti, nato Bussi, chiamato in questi ultimi tempi a far continuare quella Famiglia.andando alla vigna, e non trovando il vignarolo, cercando per la vigna ritrovò dove il Tesoro era stato cavato, trovandovi alcuni vasi di rame, e caldarozze rotte; cercando in quella terra vi trovò delle medaglie d’oro, e accortosi dell’inganno, avvisò tutti li Banchieri ed Orefici di Roma, se alcuno vi capitasse con monete di oro, o gioje lo dessero in mano della Corte; occorse che in quel tempo Michel’Angelo Buonarroti mandò un suo chiamato Urbino a cambiare alcune monete che a quel tempo non si usavano più; rimasto maravigliato il Banchiere, e ricordandosi del successo fece opera che di fatto andasse in prigione ed essendo esaminato disse avere avuto quelle monete da Michel’Angelo; ordinò il Giudice che fosse carcerato Michel’Angelo, così fu fatto: giunto lo esaminorono, e prima li fu dimandato come si chiamava; rispose: Mi fu detto che mi chiamavo Michel’Angelo delli Buonaroti; Di che paese siete voi: dicono che sono Fiorentino; conoscete voi li Muti? Come volete voi che io conosca li Muti, se non conosco quelli che sanno favellare? Intanto certi Cardinali avendo inteso il fatto, subito mandarono alcuni Gentiluomini al Giudice, che lo dovessero lasciare e lo rimenorono a casa sua, e l’Urbino rimase prigione per alcuni giorni; ed il Sig. Orazio Muti ebbe sentore che il Vignarolo era stato visto in Venezia. Il povero Gentiluomo andò a Venezia, e trovò che il Vignarolo avea dato le gioje, e Medaglie alla Signoria, quale lo aveva fatto cittadino con una buona entrata, ed il Sig. Orazio dette querela alla Signoria; non ne cavò altro che gli donarono quanto poteva aver speso nell’andare e tornare a Roma. Se questo ragionamento non concerne Antichità pigliatelo per intermedio; e miri V. S. di grazia, che burla fece la fortuna al fortunato Michel’Angelo nel fine della sua vita.”

Tratto da: Memorie di varie antichità trovate in diversi luoghi della città di Roma
Flaminio Vacca 1594

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