Lettera d’amore

Colosseo, lettera d’amore segreta nascosta per 60 anni
ROMA – Pene d’amor perdute al Colosseo. Da scenario di fasti gladiatori, morte e sangue nell’epopea imperiale, l’Anfiteatro Flavio svela ora un’anima romantica. Con un pizzico di mistero. A scrivere un capitolo inedito nella storia del monumento è l’inaspettata scoperta di una lettera d’amore risalente ai primi anni Cinquanta. Un foglio di carta a quadretti che ha restituito un messaggio d’amore, appassionato e disperato, scritto da Domenico per la sua Franca.
La particolarità sta tutta nel nascondiglio segreto scelto dagli amanti. Il cartiglio, di otto centimetri per dieci, era infilato tra due blocchi di travertino, sotto la volta dell’ambulacro al primo livello del monumento, a cinque metri d’altezza. A scoprirlo è stata la restauratrice Sonia Paola Lanzellotti durante i lavori di pulitura avviati l’estate scorsa dalla Soprintendenza archeologica sui pilastri del corridoio del primo ordine, proprio a ridosso dell’ingresso per il pubblico. «La lettera era stata piegata fino a una dimensione di due centimetri di lato – racconta Lanzellotti – Era stata stuccata accanto ad una staffa per proteggerla. La pulitura con l’impianto di nebulizzazione sulle strutture in travertino ha indebolito lo stucco e rivelato l’oggetto di carta». La sorpresa è stata enorme. Un reperto non archeologico, ma d’una moderna umanità. Subito il foglio è stato fatto asciugare, aperto con cura e spedito al laboratorio per il restauro eseguito da Lorena Tireni. Ci son volute poche settimane per ridare corpo alla cellulosa, stirarla, ricucire i quattro frammenti avendo cura di giustapporre le parti del messaggio.
La trascrizione è un tuffo al cuore: «Tu ricordi della venuta a Roma il desiderio che non mi ha abbandonato/ che Franca mi ami quanto io amo lei. Domenico e Franca per tutta la vita/ ti amo ti amo ti amo più di me stesso». Ora il restyling è ultimato e la lettera è diventata patrimonio storico del Colosseo. «Domenico potrebbe essere un restauratore in servizio all’epoca nel monumento – riflette la direttrice Rossella Rea – qualcuno che ha potuto occultare la lettera in un luogo inaccessibile. È molto bella la scelta di Domenico di lasciare la testimonianza del suo grande amore: lo ha nascosto in un luogo segreto arricchendo il Colosseo di un pezzo di storia». Negli anni ’50 il Colosseo non aveva certo l’aspetto affollato di oggi. Non c’erano le cancellate al piano terra, che saranno installate solo ai primi anni ’80.
«L’accesso dalla piazza era libero – racconta la Rea – C’erano i guardascavi, ma era comunque semi deserto, manteneva un’aura di suggestione romantica quasi ottocentesca. Per questo era meta ambita delle giovani coppie, come testimoniano molte fotografie del primo ‘900». La lettera ora è appesa nello studio di Rossella Rea, ma l’obiettivo è di esporla presto al pubblico. «Ha bisogno di una teca speciale – avverte la Rea – La nostra idea è di presentarla all’interno di quello che è il progetto di museo diffuso del Colosseo». Chissà se Domenico e Franca sono ancora vivi…
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