Portonaccio
Portonaccio è un ponte sulla ferrovia,
è un quartiere di povera gente.
Gli uomini, da vivi lo ignorano,
da morti lo abitano.
È questo il ponte che conduce all’isola
dei prati dove muore la città
d’uomini vivi, dove vive il campo
santo dei morti tra convogli radi
al fischio delle fabbriche.
A notte i morti crescono coi tufi
che ardono alla luna.
È questo il ponte che conduce all’isola
dei morti dove vive la pietà
degli uomini che vegliano nel grigio
di queste loro case in miniatura
sepolte dentro gli orti.
A notte i treni passano sui morti
che ridono alla luna.
Ho dormito l’ultima notte
nella casa di mio padre
al quartiere proletario.
La guerra, aborto d’uomini
dementi, è passata sulla
mia casa di San Lorenzo.
Il cuore ha le sue distruzioni
come le macerie di spettri,
eppure il cuore ancora grida,
geme, dispera, ma vive
come la madonna di Raffaello
salvata tra i sassi della mia casa
e un paio di calzoni grigioverdi.
Mi si e’ seccata l’anima,
mi si son logorate le mani
a ricercare il corpo dei miei morti
sepolti senza grida.
Ho chiuso il mio tormento
su questi sassi che a me
celano segreti di morte.
Chi mi staccherà dalle macerie arse,
chi mi quieterà?
San Lorenzo ha sofferto col mio cuore
i suoi vivi e i suoi morti hanno lasciato
in me una strada aperta.
Portonaccio, di Elio Filippo Accrocca
Elio Filippo Accrocca, poeta sanlorenzino allievo di Ungaretti, scampato al bombardamento perche’ in quelle ore era casualmente fuori dal quartiere, scrivera’ questa poesia nel 1949 raccontando cosa provo’ tornando a casa e trovandola vuota e distrutta. (questa poesia e’ tratta dal volumetto “Un fagotto di carta & un pò d’inchiostro ed altre poesie”di Elio Filippo Accrocca stampato per conto e a cura di Carmine Mario Mulière per una Edizione d’Arte numerata e limitata a 120 esemplari nel mese di marzo 1999)
Nota a cura di Loredana Diana
Ho conosciuto personalmente e per caso il poeta Elio Filippo Accrocca.
Portonaccio e’ una poesia importante.Amo molto tante posi di Elio.
Io rientro nei ricordi e le testimonianze di Roma dei poeti,la Roma meno nota ai piu’,ma vera.
Quella di mio padre partigiano Albo Rinaldi, di Amilcare Pettinelli, di Elio Filippo Accrocca,di Pier Paolo Pasolini ,di Roberto Leoni,Raffaele Alberti.. e di tanti di altri ed altre.Io amo tanti poeti e poetesse per cio’ che hanno scritto credendoci per davvero il dolore delle periferie.
Ed era e rimane pure la Roma di pittori e scultore validi quali :
Vespasiani,Dessanti,Guttuso,Calabria,Quaglia,altri e altre..e lo scultore e pittore Mirko Basaldella.
Poeti e poetesse,artisti di altro genere, romani di adozione o per nascita.Io sono un poeta e faccio pure altro per vivere onestamente,detesto la corruzione,l’ipocrisia,in poesia,in arte ,nella politica e nella vita.
lo conosco bene ci sono nata , e quel palazzo bombardato è stato ricostruito solo qualche anno fa !!!
Via Efisio Cugia?
Andrea Pirandello Fabi si il palazzo e’ li
Qui Pasolini ha trovato molte “comparse”…
Il prof Accrocca era mio insegnante alle medie,ci porto in classe Ungaretti,fumava le serraglio,un grande uomo lo ricordo con tenerezza
IO. A CASALBERTONE CE SO’ CRESCIUTO , COME OMO, CE STAVO BBENE , ERO RICCO, IN MEZZO ALL’AMICI E NUN CE’ LO SAPEVO. CO’ GIANCARLO DELLA TINTORIA, SEMPRE A PARLA’ DE MOTO. MO’ C’HO DU’ SORDI N’SACCOCCIA… E SO’ N’PEZZENTE….
Portonaccio non è casal bertone, è portonaccio , quartiere chiuso tra le sue vie di portonaccio e via tiburtina fino a casal bruciato, non confondere Roma