Roma – Gogol

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“Come un cacciatore che esca di buon mattino, come un antico cavaliere alla ricerca di avventure, ogni giorno egli andava a scoprire sempre nuovi portenti e senza volerlo si fermava se d’un tratto, nel mezzo di un vicolo, insignificante, gli si ergeva davanti un palazzo che spirava austera, cupa solennità: le massicce mura imperiture erano costruite in scuro travertino, coronava la sommità un colossale cornicione splendidamente composto, il portale era incorniciato da lastre di marmo e le finestre occhieggiavano con imponenza, cariche di opulenti fregi architettonici. O si fermava quando, a sorpresa, in una piccola piazza si presentava alla vista una pittoresca fontana, che si copriva tutta di spruzzi e spruzzava anche i gradini di granito bruttati dal muschio; o quando una strada buia e fangosa finiva a sorpresa con una rutilante scenografia architettonica del Bernini, con un obelisco che si slanciava verso l’alto, con una chiesa e il muro di cinta di un monastero che avvampavano nel fulgore del sole contro il cielo turchino con cipressi neri come carbone. E quanto più s’inoltravano le strade, tanto più numerosi sorgevano palazzi e opere architettoniche del Bramante, Borromini, Sangallo, Della Porta, Vignola, Buonarroti – e finalmente capì che solo qui, solo in Italia è tangibile la presenza dell’architettura, arte d’austera grandezza.”

N. Gogol’, “Roma”

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