Osterie sull’Appia
Le osterie sulla Via Appia
Le località lungo la via Appia, come l’ippodromo delle Capanelle (1884), erano tra le mete scelte dai romani e le numerose osterie come tappe per rifocillarsi, quando le stesse erano meta per le scampagnate.
Nel tratto da San Giovanni a Pontelungo c’erano, nel 1915, almeno dieci osterie, tutte sul lato destro.
Tra queste le più note erano: l’Osteria “Faccia Fresca” situata ai civici 20/24 a 350 metri dopo la Porta, questa osteria era rinomata anche come punto di riferimento per poeti, musicisti, cantanti partecipanti al Concorso della musica romana, che tra il 1891 (prima edizione) e il 1931 rimase abbinata alla festa di San Giovanni. Più avanti osteria “Impero Romano” osteria “Vittoria” e l’osteria “Baldinotti” al bivio tra via Appia e via Tuscolana, osteria “Ponte Lungo”, situata subito dopo il ponte nell’omonima località, già con questo nome prima della costruzione della ferrovia. Da lì partivano i carri allegorici per la festa di San Giovanni.
Oltre Ponte Lungo erano note altre osterie: “Arco di Travertino”, “Belvedere” fino agli anni 50 (angolo via delle Cave), “Cessati Spiriti”, “Acqua Santa del Tavolato”. Molte altre come: “Trattoria dello Scarpone” (meta di scampagnate del ceto medio), “Dar novo Panzone”, e quella che aveva la più caratteristica insegna “Osteria della Fortuna (e tu invidia crepa)” sono state sommerse dal cemento.
“Osteria del Tavolato dove ce so li prati pe li regazzini, se vede passa er treno d’Arbano, ce fa cucina’ la robba nostra facennose pagà solo lo scomodo…” I cittadini romani per muoversi dalle quattro mura dell’urbe si recavano fuori porta e stanchi, affaticati, si fermavano a rifocillarsi da “Faccia Fresca” a San Giovanni, ma quando volevano dar prova d’una resistenza degna di premio raggiungevano i “Cessati Spiriti”
Alfredo Caruso da “P. Scarpa, Vecchia Roma: scene di una vita nell’urbe dell’anteguerra, Roma 1939”
Foto “Da Ciarla” archivio personale