Tata Giovanni
Giovanni Borgi nacque a Roma il 18 febbraio 1732. Di umili origini e anafabeta, ma di grande istruzione religiosa, apprese l’arte del fabbro muratore, lavorò anche alla costruzione della Sagrestia Vaticana ma sempre con umili guadagni. Abitava in Via dei Cartari e la sera, dopo il lavoro, passava le serate, e a volte anche le notti, ad assistere gli infermi al Santo Spirito in Sassia. Un uomo di buon cuore. La sera, di ritorno dalla processione serale organizzata dall’Oratorio del Caravita a cui partecipava, vedeva tanti orfani abbandonati dormire sulle panche dei pollaioli o sui gradini del Pantheon e soffriva, finchè non decise di portarseli a casa (un antico testo parla di una camera in affitto vicina alla sua abitazione), fu così che nel 1784, con l’aiuto della sorella, iniziò la sua opera di beneficenza.
Uno dei primi problemi fu la mancanza di piatti, che lui risolse acquistando un enorme callaro dove metteva il cibo, in cui i ragazzini tutti seduti intorno mangiavano, per questo furono soprannominati “callarelli”. I ragazzi iniziarono a chiamarlo Tata, che in dialetto romano significava “papà”. Col tempo Tata Giovanni si avvalse dell’aiuto di volontari laici e sacerdoti per procurare loro un’istruzione scolastica e religiosa, sistemandoli inoltre qua e là da amici e conoscenti per dei lavoretti. I pochi guadagni erano d’aiuto per andare avanti, ma soprattutto avrebbero così imparato un mestiere. Gli abati Pinchetti e Di Pietro, venuti a conoscenza della storia, vollero conoscere Tata Giovanni, offrirono alla “famiglia” del denaro e affittarono per loro il primo piano di Palazzo Ruggia in via Giulia del cui affitto si fece carico Don Michele Di Pietro. Si formò inoltre una società di benefattori che diede oltre cento scudi al mese. Finalmente la grande famiglia fu nutrita e ben vestita, i ragazzi furono indirizzati nelle officine della città. Il nome di Tata Giovanni dato dai figlioli (come lui era solito chiamarli) divenne il nome dell’Istituto.
Successivamente Papa Pio VI comprò per l’Ospizio il Palazzo Ruggia. Alla morte di Tata Giovanni, nel 1798, fu il suo amico avvocato Belisario Cristaldi a continuare la sua opera. L’Ospizio cambierà sede più volte prima di stabilirsi, nel 1816, nella chiesa di Sant’Anna dei Falegnami, fino al 1887 quando la chiesa, con l’Ospizio annesso, non saranno demoliti per l’apertura di via Arenula.
L’Ospizio fu di nuovo trasferito a Piazza del Biscione, nel Palazzo Righetti (già Orsini e Pio di Savoia), dove rimase fino al 1926; da qui passò nell’attuale sede di viale di Porta Ardeatina,col nome di Istituto Santissima Assunta Detto Tata Giovanni e Opera Pia De Angelis
Parti tratte dal libro “Biografia di Giovanni Borgi detto Tata Giovanni” scritta da C.L. Morichini” 1841
Aggiunta da Loredana Diana