Villa Borghese – Antonio Baldini
38 all’ombra! La cortese immaginazione trova modo di ristorarsi pensando a Villa Borghese.
L’ombra e la frescura di quei boschetti e viali, lo sprazzo di quelle fontane e degli innaffiatoi, gli archi di verdura che imbrunano i marmi dei tempietti e dei monumenti, mi stanno così fitti nella memoria e nel desiderio che s’io fossi pittore troverei molto sollievo a ridipingerli così come l’immaginativa me li suggerisce.
All’ombra ariosa dei pini d’altissimo fusto ecco il prato delle balie e delle governanti, coi marmocchietti che tra l’erba posano come palle colorate, rosa e celesti, e, intorno sono i carrozzini eleganti, i cappottini rossi, i cappellini di paglia.
Vedi, tra il tempietto rotondo e la fontana dei quattro cavalli, il viale delle cucitrici; alberi grandiosi e neri, sedili allineati di qua e di là a piccole distanze; le signorine si son tolte il cappellino e l’ham posato sul sedile ed hanno in mano qualche tela bianca e stoffa colorata. Qualche cerchietto di sole trapassa la volta di verdura e si posa su quei lavori donneschi.
Un altro cantuccio, che pareva selvaggio, è tutto pieno di sospiri e di languide apparizioni: è la scuola degli innamorati. I più grandi seduttori di Roma han fatto le prime armi a Villa Borghese, così come oggi, nei primi mesi estivi”
da Bozzetti Romani, 1919-1926