Villa Celimontana – Due mani sotto l’obelisco


Due mani sotto l’obelisco

Incontro alla chiesa dei Padri Passionisti sul Celio trovasi la villa, già dei Mattei, ora von Hoffmann, la quale ha pure altro ingresso presso la chiesa della Navicella. Fu già in passato famosa la collezione di antichità, appartenente a questo non meno leggiadro che interessante luogo di delizie, ma essa è ora dispersa. La villa Hoffmann è sempre tuttavia, si per la posizione elevata, si per l’amenità e vaghezza delle sue aiuole e de’ suoi ombrosi viali, sì per ornamenti d’arte,tra le più vaghe e ricche della città. Onde mette conto il visitarla, ciò che il gentile proprietario permette tutti i giorni, tranne le feste. Ma il vederla sopra tutto interessa per una rarità, fra tutte singolare, ch’essa possiede, cioè un obelisco egiziano, il quale ha il triste ed unico privilegio al mondo, di tenere sepolte sotto di sè due mani di un infelice operaio. Ecco in breve la storia della cosa. La guglia predetta non è che un frammento di obelisco, il quale per le dimensioni è analogo a quello trovato nel decorso anno presso la porticella della Minerva a Sant’Ignazio; solo che è di un granito rosa più acceso, e di un garbo un poco più tozzo.
Tale frammento da tempo immemorabile giaceva sul Campidoglio avanti alla cordonata. Questo obelisco bellissimo ebbelo in dono Ciriaco Mattei dal Senato e popolo romano sul finire del XV secolo, per benemerenza delle cure ch’egli poneva nel raccogliere monumenti e formare il ricco Museo, che abbiamo di sopra accennato. Il duca Mattei circa l’anno 1582 restaurollo, ed il fece porre sopra un altro masso di granito rosso, tagliato anch’esso a forma di obelisco, perchè fosse d’ornamento ad un prato che dispose a modo di circo nella sua magnifica villa Celimontana anzidetta. Dopo che la villa l’anno 1820 venne in potere di D.Emanuele Godoi principe della Pace e di Bassano, esso divisò di traslocare l’obelisco, dal circo, ove già era posto, in altro luogo della villa, cioè dinanzi al casino,ove ergesi presentemente, anche perchè la mole minacciava ruina ed aveva bisogno di restauro. Ma il fatto nobilissimo, e la gran festa, a cui per ciò fu invitata la più eletta parte della popolazione romana, furono funestati da un tremendo avvenimento che mette raccapriccio a narrarlo. Nell’erigerlo di nuovo, uno degli operai, tenendo le mani sotto, per sbarazzare da qualche sassolino cadutovi il piano su cui doveva posare, mentre l’obelisco calava, miseramente, ve le perdette, sorpreso dall’improvvisa rottura di un canapo, che in un istante fece piombare la mole nel sito destinato. Miserando spettacolo! L’infelice fra gli spasimi ebbe a soffrire nel luogo stesso, in presenza degl’infiniti spettatori, l’amputazione dolorosissima, lasciando le mani con parte di un braccio schiacciati fra il piedistallo e l’obelisco. Quest’uomo, conosciuto da tutta Roma, visse lungo tempo, mantenuto con lauta pensione dalla casa di Bassano, e, singolar cosa, egli era allegrissimo.Il disgraziato operaio ora non è più, ma le sue mani sono ancora sotto l’obelisco.

Testo originale tratto da “Curiosità romane” di Costantino Maes 1885 editore Edoardo Perino
Aggiunta da Loredana Diana

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