In nome del Papa Re
Roma, 1867. Sotto il governo di Pio IX viene compiuto un attentato dinamitardo nelle fogne della caserma Serristori dove perdono la vita ventitré zuavi francesi. Tra gli accusati vi è il giovane Cesare Costa, figlio illegittimo della Contessa Flaminia, che per salvarlo dalla condanna a morte si rivolge ad un giudice della Sacra Consulta, monsignor Colombo da Priverno…
“- Colombo: Ma come po’ esse tutta ‘sta cattiveria che ve portate dentro e de fori non se vede? Ma che c’avete?
– Cesare: Ve posso risponde’ co’ ‘na domanda? Voi chi siete? Voi, i preti, il Papa Re, che rappresentate?
– Colombo: Diciamo… il potere?
– Cesare: Sì, ma un potere che non esiste più. Voi farete pure questo processo per l’attentato alla caserma, ma in nome di quale legalità? In nome de che?
– Colombo: In nome del PapaRe.
– Cesare: Appunto. Perciò sapete che succederà in aula?
– Colombo: No, nun lo so, dimmelo te.
– Cesare: Che l’accusati diventeranno accusatori, e se rovesceranno le carte sur tavolino de la Storia.
– Colombo: Embè, interessante, però non hai carcolato una cosa: er mazzo ‘o famo noi, c’avemo tutti l’assi e, quanno nun ce l’avemo, baramo pure.”
Tratto dal film di Luigi Magni “In nome del Papa Re” 1977
Nino Manfredi – Mons. Colombo da Priverno, Danilo Mattei – Cesare Costa