Lettere d’amore
Nel 1999 a Capo di Bove, sulla via Appia Antica, durante i primi scavi archeologici su un edificio noto con il nome di Sepolcro Dorico, vennero alla luce due tubi di piombo della lunghezza di venticinque centimetri con
incisa una data: 30 settembre 1929 e quattro iniziali: U.H. e L.L., contenenti lettere d’amore, un amore nato sul posto di lavoro tra Ugo H. sposato e Letizia L. nubile e più giovane di lui.
Un amore clandestino durato tre anni, fino a quando Ugo, per non rischiare oltre visti i tempi, e per salvaguardare la sua amata, decise di chiudere, le chiese indietro le lettere compromettenti ma, invece di distruggerle le mise in una “capsula del tempo” e le sotterrò in una zona allora quasi irraggiungibile…
Questa è una delle ultime
Tu dici che sapresti sopportare anche questo sacrificio; ma lo dici per amore, sperando di rendermi la pace con lo starmi lontana.
Ti illudi. Io non avrò mai tanta forza e sempre mi vedrai tornare sul tuo cammino per chiederti la grazia d’uno sguardo, d’una parola. Soffro troppo per non essere così debole dal non ritornare a te sempre, anche se tu mi discacciassi. Soffro tanto Letizia, che vorrei non esistere più, se un dovere non mi comandasse invece di vivere; ma ho perduto la gioia del vivere.
Avevo trovato in te lo specchio della mia anima – capisci bene – della mia anima; ma era troppo grande ventura poter stringere in pugno un siffatto tesoro!
È sceso, ieri sera, dall’alto della tua finestra aperta, sulla tempesta della mia anima, un raggio di luce e un istante di quiete profonda.
Foto di Fabrizio Falconi
Aggiunta da Loredana Diana