Mastro Titta, il boia di Roma


Esordii nella mia carriera di giustiziere di Sua Santità, impiccando e squartando a Foligno Nicola Gentilucci, un giovinotto che, tratto dalla gelosia, aveva ucciso prima un prete e il suo cocchiere, poi, costretto a buttarsi alla macchia, grassato due frati. Giunto a Foligno incominciai a conoscere le prime difficoltà del mestiere: non trovai alcuno che volesse vendermi il legname necessario per rizzare la forca e dovetti andar la notte a sfondare la porta d’un magazzino per provvedermelo. Ma non per questo mi scoraggiai e in quattr’ore di lavoro assiduo ebbi preparata la brava forca e le quattro scale che mi servivano. Nicola Gentilucci frattanto, a due ore di notte, dopo avergli rasata la barba e datogli a vestire una candida camicia di bucato e un paio di calzoni nuovi, venne condotto coi polsi stretti da leggere manette, nella gran sala comunale, poiché volevasi dare la massima solennità all’esecuzione, stante la gravità del suo delitto, superiore a qualsiasi altro, trattandosi dell’uccisione di un curato e di due frati. La compagnia dei Penitenti Bianchi in abito di cerimonia, col cappuccio calato sul volto, schierata in due file, dalla porta all’estremità opposta l’attendeva. In faccia alla porta era stato collocato un grande crocifisso con due confrati ai lati, e una schiera di religiosi, invitati a confortare il paziente. Il bargello e gli sbirri che lo conducevano, giunti alla porta della sala, bussarono e questa venne aperta. Quella scena commosse vivamente il Gentilucci, nondimeno entrò. Non appena ebbe fatti pochi passi il balio, aiutante del cancelliere, che ne porta gli emblemi, gli presentò una carta dicendogli:
– Nicola Gentilucci, io ti cito a morte per domattina.

Mastro Titta, il boia di Roma
Memorie di un carnefice scritte da lui stesso (XIX secolo)

21 Risposte

  1. Ah… I bei mestier de ‘na vorta…

  2. Qualche tempo fa vi chiesi se fosse noto il luogo della sua sepoltura, ma non riusciste a darmi indicazioni. Sembrerebbe proprio un mistero.

  3. La sua abitazione si trova a vicolo del Campanile a lato della chiesa di Santa Maria in Traspontina.

  4. Comunque ho cercato a fondo su internet, non sono riuscito a trovare nessuna indicazione o foto inerenti la sua tomba. Possibile? Forse a causa del suo “mestiere” fu sepolto in luogo segreto o sotto falso nome?

  5. Era dunque marchigiano d´origine! Ahaha, ecco spiegato perché, tra esattori delle tasse e boia, non erano molto amati al tempo a Roma…

  6. Queste memorie, contrariamente a quanto scritto nel titolo del libro, non sono state scritte da Mastro Titta.

  7. Eh, come saresti utile oggi, caro Mastro Titta!

  8. a Roma, nel museo di via Giulia c’è anche il mantello che usava durante le esecuzioni (ne eseguì circa 500 e ottenne una pensione elargita dal papa.

  9. Sì io lo rimetterebbe pe’ taglia’ la testa ai giustizialisti!

  10. Ci vorrebbe di nuovo a Roma …. e per tutti quei politici traditori della Patria

  11. Giorgio Mastro Titta Chioffi

  12. Non si chiamava Giovambattista (Titta) Bugatti?

  13. Uno dei luoghi di lavoro (!!) di mastro Titta si trovava accanto a piazza dei Coronari.Il nome della via ( via del Mastro) lo ricorda….

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