Roma Malandrina
“Dico sempre a tutti, quando mi capita, che Roma è la città più bella del mondo. Delle città che conosco, è quella dove preferisco vivere: anzi, ormai, non concepisco di vivere altrove. Gli incubi peggiori sono quelli in cui sogno di dover lasciare Roma per tornare nell’Italia del nord. La sua bellezza è naturalmente un mistero: possiamo pure ricorrere al barocco, all’atmosfera, alla composizione tutta depressioni e alture del terreno, che le dà continue inaspettate prospettive, al tevere che la solca aprendole in cuore stupendi vuoti d’aria, e soprattutto alla stratificazione degli stili che a ogni angolo a cui si svolti offre la vista di una sezione diversa, che è un vero trauma per l’eccesso della bellezza. Ma Roma sarebbe la città più bella del mondo, se, contemporaneamente, non fosse la città più brutta del mondo?
Naturalemente bellezza e bruttezza sono legate: la seconda rende patetica e umana la prima, la prima fa dimenticare la seconda.
I punti della città solo belli, e i punti della città solo brutti sono rari. Quando la bellezza si isola ha qualcosa di archeologico nel miglior caso: ma più spesso è espressione di una storia non democratica, in cui il popolo è lì a far colore, come in una stampa del Pinelli.
E così – al contrario – la bruttezza, quando si isola, e giunge fin quasi all’atroce, non è mai completamente depressiva e scostante: la fame, il dolore vi sono allegoria, la storia è storia nostra, quella del fascismo, della guerra, del dopoguerra: tutta tragica, ma in atto, e per questa piena di vita (…..)”
Pier Paolo Pasolini
Tratto da “Storie della città di Dio”, raccolta di scritti giornalistici dal 1950 al 1966.
Questo racconto fu pubblicato per la prima volta nel 1957 sulla rivista “Rotosei”
Io amo molto la poesia e ancor di piu’ amo la verita’. Una riflessione e’ dovuta nei confronti di un poeta che amava ,e si faceva amare da,Roma.Pier Paolo Pasolini.
Premesso che ho letto molto di Pier Paolo Pasolini ed ho visto molti film da lui scritti e diretti. Ma Io ci sono nato e cresciuto,povero tra i poveri,in una borgata romana. Mi sono spesso chiesto:
Pier Paolo Pasolini amava Roma perche’ non viveva come Accattone o il personaggio di Una Vita Violenta ? Comunque sia amo’ Roma .Roma soprattutto delle borgate e da noi poverelli e poverelle,trasse molto per i suoi racconti,le sue icnografie filmiche e molto in sua poesia.Pensavo allora e lo penso ancora che il linguaggio dei personaggi non era quello che parlavamo noi,per la maggior parte,romani da generazioni.Lui faceva parlare i personaggi in un modo che noi non parlavamo più, era una minoranza.Comunque sia a Roma periferica tra di noi abito’,a Ponte Mammolo,un poeta e un regista che ci manca. I poeti e le poetesse sono,in genere, creature fragili e tormentate.Pasolini,rifacendosi al miglior cinema neo-realista,e al suo credo,ci difese.