Luna Park

Quando ero ‘n pischelletto
Me ricordo er pomeriggio
La scodella cor giacchetto
In sella a un Sh grigio

Imboccavamo lo stradone
Co’ la comitiva appresso
Era l’Eur la direzione
E non succedeva spesso

Eravamo spensierati
Se divertivamo un mondo
Pe’ ‘na giostra fomentati
L’amicizia come sfondo

De sabato l’uscita
L’aspettavamo ar varco
Gioventù ribelle e unita
Che se sfoga dentro a ’n parco

Me viè ‘n mente: er più viziato
Co’ lo zucchero filato
Invece ‘n altro grande e grosso
Vò fa centro ar pesce rosso

Er più duro che se impanica
Sulla ruota panoramica
Mentre quelle più discusse
Eran le montagne russe

Ogni tanto flash-back lenti
De episodi che ho rimosso
Se ripenso a quei momenti
C’ho la pelle d’ oca addosso

Er Pinto, 2012

Componimento originale de Er Pinto dei Poeti der Trullo: un gruppo di sette ragazzi del quartiere Trullo, alla periferia di Roma. Un movimento che parte dalla periferia e si diffonde e si espande attraverso la rete. Una mentalità metro-romantica, con una forte componente urbana.

11 Risposte

  1. Molto bravo Er Pinto, mi ha fatto ricordare tante domeniche da ragazzino. Mi piacerebbe conoscere te e il tuo gruppo, come vi contatto?

  2. Veronica Sartiano Serena Conte Fabiana Rosetti

  3. bei ricordi …pure io ci andavo sempre.

  4. Che peccato…..sapete cosa sia successo?

  5. l’ente EUR non ha rinnovato i contratti,cosi’ mi pare si dicesse…io ho fatto appena in tempo a portarci i miei figli…dopo l’oblio…

  6. e già, quanti ricordi…

  7. Vladimiro Rinaldi ha detto:

    CHE FINE FANNO I LUNA PARK

    Perche’ hanno torto er luna park dell’ Eure ( Eur..)?
    Che male ve faceva ,dite, sor sindaco e a quanti artri e artre?

    E le azalee alla scalinata de Piazza De Spagna?
    Ve davano fastidio pure quelle?

    E la campagna romana
    adesso solo monnezza ,cemento e traffico?

    Se rinascheno l’ antichi romani
    ve danno in pasto a li leoni
    pe’ tutto er male che avete fatto a Roma
    e a li romani..

    Roma bella mica e’ cosi’ bella senza le cose belle,
    che a quanto pare ignorate o nun ve ne ‘mporta.

    E li romani de Roma e le romane de Roma ?
    Li popolani e le popolane?
    Perché’ ‘ nun ce rispettate ?
    Che brutta gente che sete !
    Ammazza ,aho ,che razza de gentaccia.
    E mica m sta bene!
    Politici,pubblici amministratori,direttori,
    soprintendenti,dateve ‘ na carmata.
    Fateve cura’ er ceevello.
    Noi semo gent da rispetta’ ,da onora’
    e no da comanna’ o da martratta’!

    Voi co li quatrini(tanti) e la puzza sotto er naso
    comannate , decidete,fate come ve pare ..

    decidete tutto , come durante er fascio fate
    o peggio ancora. Si’,o so,la guera.Brutta storia.

    Ma io so nato nella Resistenza.In borgata so’ nato.
    E le piccole cose belle me piaceno . La natura,
    la storia nostra de popolo che rennete infelice
    voi nun la vivete e qundi nun la sapete.
    Mejo cosi’!
    senno’ ce portate pure lei ar DSM o in priggione.

    (- Una poesia in dialetto romano,
    di Vladimiro Rinaldi (Rinaldi e Ranuzzi)

    E della natura de roma e de

    Noi in mezzo ar cemento brutto de Roma della povera gente

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