L’Automobile e er somaro


Rottadecollo! – disse un somarello
ner vedè un Automobbile a benzina –
Indove passi tu nasce un macello!
Hai sbudellato un cane, una gallina,
un porco, un’oca, un pollo….
Povere bestie! Che carneficina!
Che fragello che fai! Rottadecollo!
Nun fiottà tanto, faccia d’impunito!
rispose inviperita l’Automobile –
Se vede che la porvere e lo sbuffo
de lo stantuffo t’hanno intontito!
Nun sai che quann’io corro ciò la forza
de cento e più cavalli? E che te credi
che chi vo’ fa’ carriera se fa scrupolo
de quelli che trova fra li piedi?
Io corro e me n’infischio, e nun permetto
che ‘na bestiaccia ignobbile
s’azzardi de mancamme de rispetto!
E ner di’ ‘ste parole l’Automobbile
ce me’sse drento tanto mai calore
che er motore, infocato, je scoppiò.
Allora cambiò tono. Dice: – E mo’?
Chi me rimorchierà fino ar deposito?
Amico mio, tu capiti a proposito,
tu solo poi sarvà la situazzione…..
Vengo – je diss er Ciuccio – e me consolo
che cento e più cavalli a l’occasione
hanno bisogno d’un Somaro solo!

Trilussa

7 Risposte

  1. TRILUSSA ai miei tempi si studiava anche a scuola e questa non è l’unica che ho imparato a scuola (scusate la ripetizione)

  2. Come sempre nei versi di Trilussa c’è una chiosa conclusiva che ribalta lo stato delle cose, spesso per prendere le parti di chi è più debole e senza voce, sferzando chi detiene il potere…..

  3. Ma non e’ finita….dopo la macchina esce fuoristrada e per tirarla fuori ci vuole l’aiuto dell’asino…
    “…M’ariconsolo che, all’occasione, cento e piu’cavalli hanno bisogno d’un somaro solo.”

  4. È una delle prime poesie che ha imparato mia figlia. Gliel’ha insegnata la maestra quando andava alle elementari, più di 30 anni fa. Penso che se la ricordi ancora.

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