Maschere Romane: Cassandrino o Cassandro
L’origine della maschera è alquanto discussa: un Cassandro era noto a Siena già dal ‘500 ma Cassandrino fu considerata maschera romana a tutti gli effetti a partire dal 1800, diventanto molto famosa e amata. Per la realizzazione della marionetta si fa il nome di Filippo Tecli, incisore e attore .
E’ rappresentato vestito con una giacca a coda di rondine, pantaloni di un colore più chiaro, scarpe con la fibbia, sulla testa una parrucca con cappello a tricorno e voce nasale. E’ di origine nobile, sposato con figlie da cui si lascia facilmente raggirare. E’ infatti credulone e sprovveduto e profondamente timido, tanto da risultare ridicolo e vulnerabile.
Ma il suo modo di fare non è altro che un mettere alla berlina i vizi e le debolezze del mondo pontificio e aristocratico e nel tempo Cassandrino si farà proprio “portavoce” del sentire popolare e delle recriminazioni e delle lamentele nei confronti del potere, soprattutto quello papale.
Famose sono le sue espressioni, dalle commedie che lo rappresentavano:
«Com’è che a Roma tutti gli asini vanno avanti e tu vuoi andare indietro?» prendendosela con il suo asino che non voleva camminare ma in realtà riferendosi al malgoverno clericale;
«Chi porta la veste ha sempre le gambe storte» ovvero chi porta la tonaca (i prelati) ha sempre qualcosa da nascondere;
«Solo Preti Qui Regneno» nuova definizione di S.P.Q.R..
La popolarità della maschera lo fece apparire più volte sui numeri delle pubblicazioni satiriche della Capitale tra il 1848 e il 1897: il Rugantino, il Casandrino in dialetto romanesco e infine il Rugantino-Casandrino. I problemi di un tempo, denunciati dalla maschera, erano molto simili a quelli odierni: sporcizia, traffico, malgoverno e tasse.
Allora in Italia oggi è carnevale tutto l’anno. Ho l’impressione di vedere un mare di cassandrini.