Robivecchi e Stracciarolo
ROBIVECCHI:
Il Robivecchi era colui che comprava e vendeva oggetti usati e vecchi, sia come ambulante che all’interno di una bottega. Questo mestiere si praticava a Roma già dal XVII sec ed era appannaggio quasi esclusivo degli ebrei. Papa Paolo IV e Papa Gregorio XVIII avevano infatti emanato delle bolle con le quali si proibiva agli ebrei di esercitare ogni arte eccetto lo Stracciarolo. Nelle stampe del XVII e XVIII sec. sotto la figura del Robivecchi c’era scritto: “Io mangio e bevo, e mi vivo in sollazzi – Comprando vetro rotto, ferri e strazzi”.
Poteva anche effettuare dei cambi: utensili per cucina nuovi in cambio di oggetti in buono stato. Il suo grido era: “Roba vecchia!”. Oppure: “Robivecchi!”. Erano temuti dai bambini perchè le mamme usavano dire, a chi non mangiava, che lo avrebbe portato via lo Stracciarolo. Il quartier generale dei Robivecchi era, ed è rimasto, Porta Portese
STRACCIAROLO:
Lo Stracciarolo, o anche Cenciaiuolo era colui che infaticabilmente, dalla mattina al tramonto, percorreva le strade di Roma spingendo un piccolo carrettino a mano, con due ruote e due stanghe. Andava alla ricerca di chi volesse disfarsi di indumenti e di altri oggetti prossimi ad essere gettati via. Chi vendeva ne ricavava poco o pochissimo. L’abilità dello stracciarolo stava nel selezionare, in un magazzino buio o in una cantina, tutto ciò che egli comprava in modo da poter rivendere il materiale (lana, cotone, ferro, cuoio, piombo, ecc.) in blocco a chi lo riutilizzava. In definitiva, la tecnica dello stracciarolo, che rivendeva anche qualche oggetto che aveva acquistato, consisteva nel mostrare a chi voleva vendere quanto fosse rovinata ed inutile la roba che lui era disposto a comprare – quasi per piacere al cliente – a vilissimo prezzo e quanto fosse quasi nuova ed utilizzabile la roba che lui, quasi a malincuore, era disposto a vendere ad un prezzo di usato: onesto, ma di indubbio guadagno per lui. Nelle stampe di XVII e XVIII sec sotto la figura dello Stracciarolo c’è scritto: “Cerca il giudeo carico di straccietti – Sfamarsi con ciavatte e ferri vecchi”. Successivamente (1860) il suo grido era: “Stracci, chi ha ferracci!” oppure: “Lo stracciaro!” anche: “Stracci, ferracci, chi ha scarpacce!”.
da Antichi mestieri di Roma: un viaggio affascinante nel cuore della città tra artigiani, botteghe e venditori ambulanti alla riscoperta di curiosità, segreti e ambienti caratteristici di una vita urbana in gran parte scomparsa, Mario La Stella, Roma, Newton Compton, 1982
Ancora qualche anno fà, lo stracciarolo passava nelle strade del centro … succede sempre?
In realtà non lo vedo più da anni. Sono rimaste alcune cantine ancora dove vendono la loro mercanzia. Credo che l’erede dello stracciarolo sia oggi lo svuota cantine
No in centro di Roma non credo per problemi di euro 2/3/4/5 che non possono circolare; ma nelle periferie passano solo stranieri a ritirare il ferro.
perchè a gli stranieri non chiedono la partita iva
So zingari quelli che passano adesso
Lo stracciarolo passava una volta. Prendeva cose vecchie e in cambio ti dava un imbuto, due canovacci, altre cose utili. Io ho 63 anni e me lo ricordo. Sarebbe apprezzato oggi.
per una legge emanata dal Papa,gli ebrei non potevano commerciare in merce nuova,ma solo usata. per questo ancora oggi molti antiquari sono ebrei,a Roma, per tradizione di famiglia ed essendo il mestiere dei loro avi,evoluto nell’antiquariato
Quando ero piccolo nelle vie del mio quartiere passava un omone a bordo di un’ APE Piaggio 3 ruote. Lui era grande,grasso e sporco. Il suo urlo:” STRACCIARÓÓÓ!!!” ancora lo ricordo bene e noi bambini eravamo impauriti perché si diceva che ci avrebbe mangiato se non ci fossimo comportati bene.
Per caso zona Tuscolana Cinecittà?
A me il grido era benvenuto perché vi girava con la buona stagione.
ogni bambino ha avuto il suo uomo nero. per me era quello che riparava i recipienti di coccio
Lo ricordo da bambina ogni tanto passava lo stracciarolo
Ultimante sono di nuovo in giro ma hanno un disco registrato dove svuotano cantine ritirano tutto ecc
Sono zingari
Robivecchi, l’etimologia viene anche fatta risalire alla parola Robi , derivazione di Rabi ovvero Rabbino. L’ultima rimessa per i carretti si trovava al Portico d’Ottavia e chiuse intorno al 1960 pressapoco nel posto dove attualmente sono i ristoranti Bellacarne e Baghetto
più che “appannaggio” era uno dei pochi mestieri potessero fare :(
STRACCIAROLOOOOOOO!
Negli anni 60 per Piazza Melozzo da Forlì girava Eugenio con il suo carretto era magro e allampanato e per me bambino sembrava un vecchio e magari aveva 40 anni
Quando abitavo a via Annia, nei pressi del colosseo, passavano gridando: Stracciaròòòòòòòòòòòòòò, Stracciaròòòòòòòòòòòòòòòòòò
Ci sono ancora e non sono solo i zingari che lo fanno ci sono persone che lo fanno per mantenere la famiglia specie di questi tempi
Se qualcuno serve !?
Io da bambina vivevo a Nettuno e quando arrivava lo stracciarolo il terrore mi scorreva nelle vene. Una volta mi nascosi per la paura nella camera da letto dei miei genitori rimasi tanto di quel tempo nascosta che mi addormentai. Ero nascosta talmente bene che i miei genitori faticarono a trovarmi… ;-)
Negli anni ’50 a Trevi, all’angolo tra vicolo Scavolino e il Lavatore, stazionava uno stracciarolo, che tra l’altro comperava bottiglie usate. Qualcuno ricorda a quanto?
appena passato sotto casa lo stracciarolo col suoi avviso stile arrotino